Berlusconi adesso giura: nessun dubbio su Alfano

L’ex premier: "Sta gestendo il cambiamento con indubbia capacità. Lo sosterrò alle primarie". E oggi a Milano sarà la star del congresso Pdl

Berlusconi adesso giura: nessun dubbio su Alfano

Il primo, di buon ora, è Fabrizio Cicchitto. Poi a seguire, come in una catena di Sant’Antonio, tutto il Popolo della libertà scende in campo a sostegno di Angelino Alfano. Con lo stesso Cavaliere che dopo una lunga telefonata con il segretario di via dell’Umiltà prende carta e penna e manda alle agenzie una nota in cui si dice «molto dispiaciuto» perché le sue «presunte dichiarazioni» su Alfano «non rispondono assolutamente» al suo «sentire». Anzi. È «il più giovane leader» che c’è oggi in Italia, aggiunge Silvio Berlusconi, ed «è stato eletto per un grande progetto di cambiamento in un momento difficile che sta gestendo con indiscussa capacità». Pieno appoggio, dunque, ad Alfano che – conclude Berlusconi – «sosterrò alle primarie» per la premiership del 2013.

Dopo che ieri i giornali avevano riportato i dubbi espressi dal Cavaliere a Bruxelles («ad Alfano manca un quid, una storia») la presa di posizione sia del leader che di tutti i vertici del Pdl è netta. E in difesa di Alfano si schiera anche chi, magari, qualche dubbio sul segretario lo manifesta da tempo. D’altra parte, in un momento così delicato e con la partita dei congressi ancora aperta e le amministrative alle porte, indebolire Alfano equivale a indebolire il partito. Con il rischio che prenda piede quella tentazione che di tanto in tanto ha Berlusconi di trasformare il Pdl in qualcos’altro.

Ed è proprio sulle prospettive per il futuro che in questi ultimi due mesi il panorama e gli equilibri interni al Pdl si sono andati ridisegnando. La divisione, infatti, non è più quella canonica tra ex An ed ex Forza Italia. Ma tra chi immagina un Pdl solido e forte della campagna congressuale che si vada a sedere al tavolo per aprire a un allargamento ai moderati e chi invece auspica qualcosa di immediatamente nuovo, una sorta di «predellino due» che in qualche modo azzeri il Pdl e lo faccia rinascere sotto diverse insegne e quanto più aperto verso moderati e società civile. È su questo punto – sul ripartire o no da come in questi mesi il Pdl sta lavorando sul territorio con i congressi – che ex aennini ed ex azzurri hanno iniziato per molti versi a mischiarsi. E così sarà fino a giugno, quando – archiviate le amministrative – è molto probabile che qualche novità sul fronte del partito arriverà davvero.

Tutti, però, a prescindere dalle diverse prospettive – e dal diverso approccio al governo Monti – sono scesi in campo a sostegno di un Alfano per nulla di buon umore dopo la lettura dei giornali. Per Cicchitto «l’investimento» sull’ex Guardasigilli come «segretario politico del Pdl e anche, auspicabilmente, futuro leader di qualcosa di politicamente più ampio» è stato ed è condiviso da tutti. E dello stesso tenore sono le parole di Ignazio La Russa: «Con Alfano il partito sta facendo un enorme balzo in avanti». Così Gaetano Quagliariello («lo sosterremo oggi e domani»), Raffaele Fitto («siamo impegnati con Alfano in un grande lavoro di rilancio del Pdl che il nostro popolo ha già mostrato di percepire partecipando in massa ai congressi»), Mariastella Gelmini («Alfano sta dando grande impulso al radicamento territoriale del Pdl»), Gianni Alemanno («pieno sostegno, se si vota all'unanimità un segretario, significa che un partito è pronto a candidarlo come premier»), Claudio Scajola («Angelino è stato indicato da Berlusconi come segretario del partito e ha avuto un largo consenso che tuttora permane»), Maurizio Gasparri e tanti altri. Unica voce fuori dal coro quella di Giorgio Stracquadanio. «Alfano ha avuto più credito che successo e scegliere i congressi come una soluzione ai problemi del Pdl è stato sbagliato perché La Russa sembra il leader del partito».

Ma Berlusconi (che il 7 marzo sarà ospite di Porta a Porta mentre il 21 toccherà a Pier Luigi Bersani) torna anche sul presunto via libera alla grande coalizione per il 2013. E precisa che – cosa piuttosto chiara fin da giovedì – «è stata forzata una mia risposta».

Non a caso, tutte le ricostruzioni dei quotidiani di ieri sono state piuttosto prudenti rispetto a quello che era un semplice «vediamo». «Le grandi coalizioni – dice Gasparri – sono eccezioni. L’auspicata normalità è quella del confronto democratico bipolare».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica