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Berlusconi all'attacco: "Monti disastroso, lo spread è un imbroglio"

Berlusconi smaschera il fallimento del governo Monti: "Hanno seguito una politica troppo germanocentrica e adesso gli indicatori sono tutti negativi"

Berlusconi all'attacco: "Monti disastroso, lo spread è un imbroglio"

Una bocciatura a trecentosessanta gradi. Silvio Berlusconi smschera tutti gli errori del premier Mario Monti. Dallo spread tra i Btp decennali e i Bund tedeschi, un imbroglio usato come clava sull'Italia per abbattere la maggioranza votata dagli italiani, alle politiche economiche dei tecnici, che hanno ruotato troppo attorno al perno tedesco, il Cavaliere traccia con chiarezza le cause che hanno portato, nel corso dell'ultimo anno, l'Italia sull'orlo del baratro. Ma non si ferma qui. E guarda al futuro: Berlusconi ha deciso di spendersi ancora una volta per il proprio Paese ed è già al lavoro per tessere le alleanze che ricompattino il centrodestra in vista delle elezioni politiche che si terranno all'inizio dell'anno prossimo.

La parola "fallimento" non la pronuncia mai. Ma il quadro disegnato da Berlusconi è davvero a tinte fosche. Il governo Monti ha portato il Paese alla crescita zero, ha fatto innalzare il tasso di disoccupazione e ha aumentato pericolosamente la pressione fiscale. Il risultato di questa è operazione è sotto gli occhi di tutto: gli italiani stanno peggio di un anno fa: "Non voglio dire che ci sono stati degli errori ma Monti ha seguito una politica troppo germanocentrica. Gli indicatori economici sono tutti peggiorati, non sta a me dare giudizi, ma i dati sono tutti negativi". Eppure i poteri forti e la finanza mondiale fanno il tifo per il Monti bis. L'arma che questi hanno in mano è proprio quello spread sui titoli di Stato che Berlusconi considera un vero e proprio imbroglio. "È un’invenzione con cui si è cercato di abbattere una maggioranza votata dagli italiani e che governava il paese - ha spiegato l'ex presidente del Consiglio - prima non ne avevamo mai sentito parlare, se ne parla solo da un anno, e cosa ce ne importa?". Anche il nuovo balzo in avanti, che ieri ha portato lo spread oltre la soglia dei 350 punti base, è dato soltanto dalla speculazione. "L’anticipo delle elezoni dovute alle dimissioni di Monti è risibile si tratta poco più di un mese - ha spiegato - non c'è assolutamente una ragione vera perchè i mercati si debbano e possano agitare".

Questo scenario catastrofico ha spinto nei giorni scorsi Berlusconi a sciogliere le riserve e a tornare in campo per il bene degli italiani. Se da una parte i centristi stanno lavorando prolungare la residenza di Monti a Palazzo Chigi, a sinistra si è ricompattata l'asse tra il Pd e l'ala radicale dopo che Pier Luigi Bersani è riuscito a battere il "rottamatore" Matteo Renzi alle primarie di coalizione. A questo punto, Berlusconi vuole provare a ricompattare il centrodestra prendendo in mano la sfida delle politiche. Questa sera il Cavaliere sarà a cena con il segretario del Carroccio Roberto Maroni proprio per "discutere dell’alleanza nazionale, degli impegni sul programma e della possibilità anche di un’intesa alle regionali". Ospite della Telefonata di Maurizio Belpietro, l'ex premier ha fatto sapere che la candidatura di Maroni alla Regione Lombardia è tra le ipotesi possibili. Ma è la partita delle politiche quella a cui Berlusconi guarda con maggiore interesse. Molto deve ancora essere messo a punto. "Con la legge elettorale in vigore si confrontano le coalizioni e tutti i partiti che sono insieme sommano i loro voti - ha spiegato - se gli ex An dessero luogo a una loro formazione politica avremmo dei vantaggi". Per il momento si tratta, tuttavia, solo di un'ipotesi. Se dovesse succedere, cadrebbe il veto sul nuovo nome al partito. A quel punto, Berlusconi potrebbe sottoporre alla direzione quello di Forza Italia usato nel 1994.

Quel che è certo è che il 50% dei candidati arriverà dal mondo delle imprese, il 20% sarà preso dalle amministrazioni locali e un altro 10% dal mondo della cultura. Insomma, soltanto il 10% dei parlamentari attuali rimarrà in parlamento.

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