Berlusconi congela gli attriti "Ci conteremo alle Europee"

Decadenza, il voto al Senato forse slitta a dicembre. Entro martedì bisognerà presentare la richiesta di affidamento ai servizi sociali

Berlusconi congela gli attriti "Ci conteremo alle Europee"

Controvoglia, è vero. Ma alla fine Berlusconi rientra a Roma e prova a congelare lo scontro interno al Pdl, una guerra di posizione esplosa la scorsa settimana con il voto di fiducia al governo e destinata con ogni probabilità ad avere più d'uno strascico. Mette tutti insieme il Cavaliere, da Fitto a Verdini, passando per Bondi, Gelmini e Carfagna. Tutti accolti a Palazzo Grazioli per un pomeriggio e una serata di riunioni interminabili con all'ordine del giorno i nuovi equilibri interni al partito e un eventuale nuovo organigramma. Salta all'ultimo momento, invece, la cena in programma con Alfano, a (meno di improbabili sorprese notturne), rimandata probabilmente a oggi visto che a sera a via del Plebiscito ci sono ancora i cosiddetti lealisti.
Un Berlusconi non certo entusiasta di doversi occupare delle beghe interne al Pdl, perché – ragionava mercoledì al telefono con un parlamentare di lungo corso – proprio «quando dovrei concentrarmi anima e corpo sui miei problemi sono costretto a vedere il partito che si spacca in due come mai era successo prima». Possibile – è stato il senso delle sue parole – che non siate capaci di fare sintesi da soli? Ed è questo, in sostanza, quel che il Cavaliere dice a chi lo va a trovare nella sua residenza di via Plebiscito. Cerca di mediare e capire l'ex premier, consapevole che la rottura della scorsa settimana è profonda e difficile da dimenticare. Il Cavaliere, dunque, come al solito prova a ricomporre.

Gli animi – questo raccontano gli sms che ricevono alcuni deputati da dentro la riunione dei cosiddetti lealisti – non sono accesi e, anzi, sembra che gli incontri procedano sulla via di un'intesa. Almeno, questa è l'aria che tira quando sono quasi le dieci di sera. Anche se non vi è certezza su come sia finito il dibattito sul nuovo organigramma del partito, nel quale Alfano dovrebbe avere un ruolo apicale (forse vicepresidente con Berlusconi presidente) ed essere affiancato da un comitato ristretto con alcuni dei cosiddetti lealisti tra cui Fitto, Verdini e Bondi. Sul tavolo, anche l'ipotesi di rivedere i coordinamenti regionali del partito in vista delle Europee del prossimo anno. Le elezioni di maggio, infatti, potrebbero essere il primo terreno su cui misurare le diverse forze in campo, una sorta di «congresso di fatto» del partito.

Il Cavaliere, però, è concentrato su questioni che considera ben più serie e stringenti. Entro martedì, infatti, deve presentare domanda di affido ai servizi sociali a Roma o a Milano. Nel primo caso (caldeggiato dall'avvocato Coppi) resterebbe più vicino e addentro alle cose della politica di cui potrebbe occuparsi a tempo pieno. Nel secondo (pare preferito da Ghedini), sarebbe invece più concentrato sulla famiglia, lontano in quel di Arcore. Berlusconi, questo racconta chi l'ha sentito nelle ultime 48 ore, propenderebbe decisamente per la Capitale e avrebbe già individuato dove prestare servizio. Un nodo, comunque, che al più tardi sarà sciolto la prossima settimana. Più tempo, invece, ci vorrà per la decadenza da senatore.

Martedì si riunisce la Giunta per il regolamento che dovrà discutere la proposta del M5S di far sì che si debba votare a scrutinio palese. Una modifica regolamentare che potrebbe richiedere tempo e far slittare il voto dell'aula del Senato a fine novembre se non ai primi di dicembre.

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