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Berlusconi incassa la vittoria: "Il premier ha rispettato i patti"

La promessa è mantenuta: "Quattro miliardi nelle tasche degli italiani". Ecco come Berlusconi ha ottenuto la riforma dell'Imu nonostante trappole e assalti. TUTTI I PROVVEDIMENTI

Berlusconi incassa la vittoria: "Il premier ha rispettato i patti"

«I l Popolo della libertà ha rispettato il patto con i suoi elettori e il presidente Letta ha rispettato le intese con il Pdl. La pressione fiscale si riduce di oltre 4 miliardi di euro. Soldi che rimangono e rimarranno nelle tasche degli italiani consentendoci di guardare con più fiducia al futuro». Per Silvio Berlusconi è una vittoria personale e del partito. «In Italia l'80% delle famiglie sono proprietarie della casa in cui abitano e la casa è il pilastro su cui devono poter fondare la sicurezza del loro futuro. Preservarla è per noi un dovere morale». La fine dell'Imu porta soprattutto il timbro del Pdl. Lo sa Berlusconi che commenta il consiglio dei ministri con un riconoscimento al premier. Lo sanno il vicepremier Angelino Alfano («Missione Compiuta!») e Renato Brunetta, che ha tenuto il punto per tutta la trattativa e ha chiuso la volata finale con un braccio di ferro con il ministero dell'Economia sulla riforme e le relative coperture («Il governo Letta-Alfano fa sul serio»).

Il Pdl archivia una battaglia durata quattro mesi. Condotta bene dal centrodestra, molto meno dagli avversari. Passare in rassegna le dichiarazioni di chi ha cercato di opporsi al taglio dell'imposta sulla casa significa imbattersi in argomentazioni ai limiti della satira, di chi ha visto il tentativo di avvantaggiare i super ricchi, se non di alleggerire il peso fiscale delle ville del Cavaliere. A parte la sproporzione tra mezzi e fini, tutti sanno che l'Imu versione Pdl già includeva le dimore e che nessuno - nemmeno Renato Brunetta che ha tenuto il punto per tutta la trattativa - ha mai messo in discussione questo principio.

Inconsistenti anche le letture più politiciste. È stato detto e scritto, in particolare da Repubblica: fa la battaglia sull'Imu perché cerca un pretesto per fare cadere Enrico Letta, quando in realtà è stato chiaro fin dall'inizio solo un pezzo di Partito democratico aveva l'interesse e, per un po', anche l'intenzione, di fare cessare l'esecutivo delle larghe intese. Nella fase finale, la battaglia sull'Imu si è trasformata in un «ricatto» subdolo al premier. L'ultimo a sostenerlo è stato l'ex premier Mario Monti.

Il segreto della vittoria sull'Imu è che il Pdl si è intestardito su una unica grande priorità, l'Imu, e lo ha fatto motivando la scelta in modo trasparente: dare respiro alle finanze dei cittadini e non penalizzare un settore importante per l'economia come l'edilizia. L'opinione pubblica ha premiato questa scelta. I sondaggi più recenti, compresi quelli fatti in piena bufera giudiziaria, danno il Pdl in vantaggio. Berlusconi non ha sottoposto il governo a un ultimatum, né a ricatti, ma ha messo in pratica un metodo politico che ricorda la caparbietà di Margareth Thatcher e il famoso «spirito del '94» che oggi il centrodestra invoca: fare delle proposte in cui si crede e più in generale dei princìpi il perno della strategia. Con buona pace del teatrino, avere un progetto paga, porta risultati e consensi persino in quell'inferno di tatticismi che è la politica italiana.

Il Pdl ha resistito alla tentazione di cercare consensi puntando su mille parole d'ordine e ha concentrato la maggior parte degli sforzi sull'Imu. Le emergenze sono tante, le ricette per affrontarle ancora di più. Se le risorse fossero illimitate varrebbe la pena affrontarle tutte, ma non è così. Il Pd si è perso dentro un'agenda fatta di decine «priorità» e quindi debole. Tanto che, fino all'ultimo, non si è capito cosa gli avrebbe concesso il governo in cambio dell'Imu pidiellino.

Ma il Pdl è riuscito a fare passare la sua linea anche perché ha una leadership riconosciuta. Il Pd ha scontato fin dall'inizio la guerra per il congresso che ha distolto le forze dal merito a vantaggio della lotta per il potere. Con un centrodestra senza leader, l'Imu sarebbe intonsa. E forse anche più cara.

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