Tra il pragmatico e l'ironico. È questo l'approccio con cui Silvio Berlusconi commenta, seppure rigorosamente in privato, la svolta di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. L'apertura del M5S a un confronto con il Pd sulla legge elettorale ed eventualmente sulle riforme, infatti, secondo il leader di Forza Italia è esclusivamente «tattica». Un «bluff». È questa la convinzione di un Berlusconi che non si sente per nulla insidiato dal comico genovese nel suo ruolo di interlocutore privilegiato sul terreno delle riforme. D'altra parte, l'ex premier sa bene che Matteo Renzi non si metterà mai nelle mani di un Grillo che considera del tutto inaffidabile. Uno scetticismo che traspare chiaramente dalle parole del vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini che ha detto sì ad un incontro ma suggerendo provocatoriamente «l'adozione dello streaming».
Fin qui l'approccio pragmatico. Quello ironico vede invece l'ex premier commentare con soddisfazione l'apertura di Grillo. Perché, è il senso dei suoi ragionamenti, «meglio tardi che mai» e «più siamo e meglio è». D'altra parte, è proprio Berlusconi che teorizza il via libera a una «legislatura costituente» nella quale non ci si limiti a rifondare il Senato e riscrivere il Titolo V della Costituzione ma si arrivi pure a dare il via al semipresidenzialismo. Se anche il M5S facesse parte la sua parte, insomma, sarebbe solo una buona notizia. Tutte considerazioni, queste, che l'ex premier fa al netto del fatto che considera la mossa di Grillo esclusivamente tattica. Un bluff, appunto.
Sul fronte riforme, insomma, secondo il leader di Forza Italia lo scenario non è destinato a mutare di molto. Certo, domani si inizieranno a votare in commissione Affari costituzionali del Senato gli emendamenti sulle riforme e con il Pd si dovrà a breve «aggiornare» il patto del Nazareno. Se ne stanno occupando Denis Verdini e Gianni Letta da una parte e Renzi e il ministro Maria Elena Boschi dall'altra. Ma al momento un faccia a faccia tra Berlusconi e il premier non è ancora in agenda e, dunque, difficilmente si terrà in questa settimana.
Forza Italia, intanto, continua a tenere alta la bandiera della battaglia fiscale e punta il dito contro il Pd e i provvedimenti del governo. Oggi, spiega Deborah Bergamini, «è il giorno dell'alluvione fiscale». «Tasi, Tari, Irpef, Irap, Iva e Imu. Sono - dice il responsabile comunicazione di Forza Italia - un carico insostenibile che rinvia a data da destinarsi la nostra ripresa, infliggendo un colpo durissimo al potere d'acquisto delle famiglie e alla competitività delle imprese». Sullo stesso identico concetto insiste Ignazio Abrignani. Renzi, dice il deputato azzurro, «parla di tagli per favorire la crescita ma inganna gli italiani» che proprio oggi «si troveranno a dover pagare sia il saldo delle imposte del 2013 che l'acconto per quelle del 2014: Tasi, Tari, Irpef, Irap, Iva e Imu». Insomma, «una vera e propria stangata che andrà a colpire tutti, a fronte dei tanto sbandierati 80 euro nelle buste paga solo di alcuni lavoratori».
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