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Bondi: "Si rischia la guerra civile". Il Colle: "Parole irresponsabili"

Bondi contrattacca: "Si rischia la guerra civile". Santanché: "È in atto da vent'anni". Il Quirinale richiama alla responsabilità. E il Pd: "Siamo al limite dell'eversione". Il premier Letta: "Si tenga fuori il Quirinale". Ma assicura: "Ascolterò il Pdl"

Bondi: "Si rischia la guerra civile". Il Colle: "Parole irresponsabili"

La politica italiana deve "trovare delle soluzioni capaci di ripristinare un normale equilibrio fra i poteri dello Stato". L'alternativa - attacca Sandro Bondi - non è delle migliori. Il nostro Paese, dice il coordinatore del Pdl, "rischia davvero una forma di guerra civile dagli esiti imprevedibili per tutti"

Le parole del senatore, che alza i toni del confronti politico, ricordano la necessità di "rendere possibile l'agibilità politica del leader del maggior partito italiano", dopo la conferma da parte della Cassazione della condanna a quattro anni per Silvio Berlusconi e il rinvio alla Corte d'Appello per quanto riguarda l'interdizione dai pubblici uffici.

Stefano Fassina, viceministro dell'Economia di area Pd, ha criticato le dichirazioni di Bondi, definendole "al limite dell'eversivo". Allo stesso modo ha bocciato la richiesta di grazia, "un’irricevibile provocazione".

Nel pomeriggio anche il Quirinale ha criticato le parole del Pdl, "dichiarazioni irresponsabili". Secca la risposta di Bondi: "Non mi farò chiudere la bocca da nessuno, neppure da un comunicato del Quirinale".

Daniela Santanché, deputato Pdl, ha difeso le parole di Bondi, nulla "affatto incendiario. La guerra civile in Italia è in atto da vent’anni. Da quando cioè una certa magistratura ha fatto fuori ben cinque partiti ma un signore che era un bravo imprenditore e si chiama Silvio Berlusconi è entrato in politica".

Il Pdl si raduna a Roma

Il Cavaliere è nel frattempo ripartito da palazzo Grazioli a Roma, poco prima delle 12, accompagnato dalla figlia Marina. Non sarà dunque presente domani nella Capitale, dove è prevista una manifestazione in suo sostegno organizzata dal Popolo della libertà.

Il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, alla vigilia della mobilitazione, ha ricordato che il Pdl ha "tutto il diritto di esprimere la nostra solidarietà e il nostro sostegno a Silvio Berlusconi, vittima di decisioni che non lo hanno privato della leadership di un immenso popolo che è e sarà con lui domani a Roma" e invita a stare "in prima fila" quelli che occupano "ruoli di governo".

La manifestazione dovrebbe avere luogo alle diciotto in via del Plebiscito, dove si trova la residenza romana del Cavaliere.

Letta: niente ricatti al Colle

In serata il presidente del Consiglio Enrico Letta chiede che si "tenga fuori il Quirinale" dalle tensioni politiche e "si smetta di tirarlo in ballo in modo improprio e ricattatorio". Lo riferiscono fonti vicine al premier che aggiungono: Letta intende "ascoltare con attenzione i contenuti e i toni dei discorsi di domani alla manifestazione del Pdl".

Brunetta: il governo non c'entra

Renato Brunetta assicura che la manifestazione del Pdl di domani non ha niente a che fare con il governo, che però deve riformare la giustizia, e ribadisce l’intenzione di andare lunedì al Quirinale a porre la questione con determinazione. "Il governo non c’entra - spiega il capogruppo del Pdl al Tg4 - nel senso che se il governo governa non c’è alcun problema ma il governo deve affrontare i problemi che ci sono nel Paese e oggi c’è un problema democratico". "Il governo deve fare la riforma della giustizia, perché la riforma della giustizia la deve fare il governo o la deve fare il popolo sovrano attraverso i referendum. Per questa ragione dico che far cadere il governo non è l’obiettivo nostro, il nostro problema è difendere la democrazia".

Dal Capo dello Stato, prosegue Brunetta, "andremo con grande determinazione, con grande senso di responsabilità a descrivere la situazione drammatica in cui è precipitata la democrazia nel nostro Paese".

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