Politica

Cancellieri: "Mai mentito ai pm o ai parlamentari"

Il ministro scrive una lettera aperta per chiarire le telefonate con Antonino Ligresti. Ma non parla di dimissioni. Incontro col premier: "La fiducia non cambia". Napolitano: avanti col governo

Il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri riferisce in Aula
Il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri riferisce in Aula

"Non ho mentito, né ai magistrati, né al Parlamento". Lo scrive Anna Maria Cancellieri in una lettera aperta al Paese in cui parla delle telefonate con Antonino Ligresti per la scarcerazione della nipote Giulia che hanno scatenato polemiche da più parti.

Il Guardasigilli cerca quindi di chiarire la sua posizione, ma non parla di dimissioni. "Mi rifiuto di vedere il mio onore appannato", afferma la Cancellieri, ribadendo che Antonino Ligresti "è nostro amico", ma anche un medico". "Mi sono rivolta spesso a lui per consigli su problemi di salute miei e dei miei familiari", prosegue, "L’abbiamo fatto anche in quel periodo ed anche in seguito per i problemi di salute che sono tuttora visibili e noti". E, parlando delle telefonate tra il marito e Ligresti, aggiunge: "Nessuna interferenza vi è stata rispetto alla vicenda processuale dei Ligresti da parte mia, credo di averlo spiegato in modo chiaro e ripetuto. Ora si ipotizza che l’avrebbe fatto mio marito soltanto perché si trova in tabulato la traccia di alcune conversazioni".

Nonostante nel Partito democratico cresca il fronte di quelli che le chiedono di lasciare, il ministro potrebbe non subire - a quanto pare - pressioni, come afferma il responsabile della Giustizia democratico, Danilo Leva: "Noi siamo al governo, non possiamo arrivare a votare una mozione di sfiducia delle opposizioni, anche perché questo implicherebbe l’interferenza del ministro per la scarcerazione della Ligresti che noi non vediamo", ha spiegato Leva sottolineando comunque l'inopportunità della telefonata, "Il Pd farà il punto nella riunione del gruppo che presumibilmente sarà convocata alla vigilia del voto. Le dimissioni non si chiedono ma si danno, è un gesto che appartiene alla sensibilità istituzionale di tutti noi".

Di certo il Pd spera che il Guardasigilli decida autonomamente per un passo indietro, in modo da togliere il partito dall'impasse. È quello che chiede Gianni Cuperlo, secondo cui deve esserci una verifca sulle "condizioni per andare avanti con serenità nel suo ruolo di Guardasigilli". Della stessa opinione gli altri candidati alla segreteria del partito Pippo Civati e Gianni Pittella. Per quest'ultimo "sarebbe molto meglio che fosse lei a fare un passo indietro senza mettere i parlamentari di un partito che appoggiano il suo governo nell'imbarazzante situazione di dover votare una sfiducia a un proprio ministro". Per le dimissioni è anche Matteo Renzi, seppure non abbia ancora preso una posizione chiara sulla vicenda. "La questione dovrà essere sottoposta a una seria discussione", ha detto oggi.

Questa mattina la Cancellieri ha incontrato Enrico Letta per un colloquio chiarificatore. Il premier ha quindi riconfermato la fiducia nei confronti del ministro, secondo quanto riferiscono fonti di governo. Una fiducia confermata anche da Giorgio Napolitano, che ha ricevuto il Guardasigilli per analizzare la questione delle carceri.

Il presidente della Repubblica "ha auspicato l’ulteriore pieno sviluppo dell’azione di governo avviata dal ministro della Giustizia".

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