Il candidato di Genova Putti è costretto a cedere sulle ospitate: «Non dobbiamo esporci troppo»

Il candidato di Genova Putti è costretto a cedere sulle ospitate: «Non dobbiamo esporci troppo»

Regola numero uno: di Grillo parlante ce n’è e ce ne deve essere uno solo. Non è carino che qualcuno in rete l’abbia paragonato al Duce. Non è carino che, sempre in rete che, come si sa, è l’autostrada della comunicazione del Movimento cinque stelle, siano cominciati ad apparire i primi duri e ironici giudizi sul Gran Capo. Non sarà carino, ma è vero: nemmeno il tempo di godersi il successo, conquistato a sorpresa nelle amministrative che già i grillini litigano e strillano. E il primo a strillare è stato proprio lui, il Gran Capo, Beppe Grillo che, dalla collina di Sant’Ilario, a Genova, sua residenza presidenziale, ha scagliato il suo anatema contro chi (del Movimento cinque stelle, ovvio) si permette e si permetterà d’ora in poi di andare in tv e nei talk show politici a parlare e a farsi intervistare come fanno tutti gli altri politici. Il suo duro e puro: «Via dalla televisione!» Grillo lo ha «urlato» in tempo reale appena si è sintonizzato su Ballarò e ha visto il suo candidato Paolo Putti rispondere alle domande di Floris.
«Se avessimo scelto la televisione per affermarci - si è messo a scrivere subito sul suo blog - oggi saremmo allo zero virgola qualcosa per cento. Partecipare ai talk show fa perdere voti e credibilità non soltanto ai presenti, ma all’intero Movimento: chi lo fa, sappia che la sua sarà considerata una vera e propria scelta di campo». Una scelta di campo che valuterà lui medesimo, naturalmente.
Lui che, anche se si ostina a dire di non ritenersi il leader di quello che potrebbe diventare il terzo partito italiano, continua a dettare leggi e metodi comportamentali. Ma questa volta, anche se galvanizzati dal risultato, non tutti i grillini hanno gradito la sua furiosa uscita contro il candidato sindaco del Movimento a Genova tanto che nella grande piazza internettiana, naturale territorio di confronto del popolo a 5 Stelle, c’è chi ha invocato subito una sorta di referendum, mentre i più piccati non hanno perso tempo e hanno depositato posto tipo: «A quando il primo vaffagrillo day?» scrive Tninja. Mentre Carlo46bis raddoppia. «Il M5S si va via via palesando per quello che è: un fenomeno di costume, molto intessuto nei tempi, molto incline agli ambiti comunicativi più in voga, molto vuoto di contenuti, molto propenso a parlare nemmeno alla pancia ma agli organi genitali delle persone, condotto dittatorialmente dal Dux di Sant’Ilario che praticamente è l’antitesi dei suoi proclami attraverso un singolare quanto divertente sdoppiamento di personalità. Tempo di metterli appena alla prova e spariscono da soli». E Paolo Putti il grande trasgressore, come l’ha presa? Sulle prime pare si sia infuriato non poco per la pubblica cazziata di Grillo ma poi nella giornata di ieri ha cercato di minimizzare, sostenendo che quello del suo leader di riferimento è stato solo un semplice invito: «L’ho sentito, non è vero che è arrabbiato.

Abbiamo parlato di come possiamo aiutare i candidati ai ballottaggi e lui mi ha spiegato che non dobbiamo esporci troppo, per tutelarci e anche per non rischiare un’eccessiva personalizzazione. E io non posso che condividere questa strategia». Sarà.

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