La crisi economica rimane drammatica e non passa sera che, nel talk show di turno, non vadano in onda le immagini di persone che corrono nei mercati ortofrutticoli all'ora di chiusura per farsi regalare mele ormai marce, pere invendibili e cespi di lattuga fradici e pieni di vermi.
Nel frattempo, a Bologna, si è aperta la quindicesima edizione di Zoomark international 2013, il salone internazionale dei prodotti e delle attrezzature per gli animali d'affezione che chiuderà i battenti domenica prossima.
Prima di tutto, vediamo una fotografia di quella che è la presenza degli animali convenzionali (cani e gatti) e non convenzionali (conigli nani, criceti, cani della prateria, porcellini d'India, ecc.) nelle famiglie italiane. I dati sono impressionanti e inducono a un certo numero di riflessioni. Sono oltre 60 milioni gli animali d'affezione (cosiddetti «pet») che «risiedono» nelle famiglie del nostro Paese. Secondo le cifre provenienti dall'Assalco-Associazione nazionale delle imprese per l'alimentazione e la cura degli animali da compagnia, con il numero di 7,5 milioni di soggetti, i gatti hanno superato i cani che sono «soltanto» 7 milioni di soggetti.
Oltre questi animali classici, secondo i dati dell'Euromonitor gli italiani tengono, nelle loro case, quasi 2 milioni di roditori e lagomorfi (criceti, cavie, cani della prateria, conigli nani), 1,4 milioni di rettili (tartarughe e testuggini soprattutto, ma anche serpenti e diverse specie di lucertole o simili), 13 milioni di uccellini e addirittura 30 milioni di pesci.
Una ricerca di Gfk - Eurisko rivela che il 59 per cento dei proprietari afferma di non badare a spese per i propri animali da compagnia e il 55 per cento non è disposto a rinunciare agli alimenti migliori per il proprio animale. Questi dati da soli fanno riflettere sull'importanza che ha assunto ormai la figura del pet nel contesto familiare. In pratica moltissime famiglie considerano il cane, il gatto o il coniglietto nano un vero e proprio familiare senza se e senza ma. Il sorpasso del numero di gatti su quello dei cani induce a un'altra riflessione. L'ambiente e il contesto in cui vive l'uomo plasma anche la vita dei nostri animali. I monolocali, i miniappartamenti, la scomparsa di ampi giardini condominiali e l'edilizia ormai orientata verso «casermoni» con centinaia di piccole abitazioni, inducono alla scelta del gatto che ha minori necessità rispetto al cane, a partire dall'ampiezza della casa per finire al fatto che non necessità di essere portato fuori diverse volte al giorno.
Per quello che riguarda gli alimenti, pur essendo ancora lontani dai volumi di alimenti commerciali, (scatolette e crocchette) dei paesi anglosassoni, il futuro del mercato appare abbastanza florido e ancora in netta espansione. I produttori possono contare, oltre che sulla volontà dei proprietari di garantire ai propri animali un'alimentazione corretta e bilanciata, anche su ulteriori potenzialità di espansione: i dati Gkf mostrano che il 55 per cento degli italiani che non ha un animale desidererebbe adottarne uno, e che il 20 per cento pensa di accoglierne in casa uno nei prossimi mesi.
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