La casa e i conti all'estero che imbarazzano Grilli

Il divorzio del ministro dell'Economia fa emergere un acquisto immobiliare sotto costo, pagamenti in nero e depositi nel paradiso fiscale delle Isole del Canale

Il ministro dell'Economia Vittorio Grilli
Il ministro dell'Economia Vittorio Grilli

Tra moglie e marito, il Sole24Ore ci mette il dito. L'inchiesta del quotidiano di Confindustria sui conti esteri e le spese «casalinghe» del ministro dell'Economia Vittorio Grilli dimostra quanto sia rischioso indispettire le ex consorti. Soprattutto se, come Lisa Lowenstein, divorziata da Grilli, hanno buona memoria e sono brave a far di conto.
L'ultima tegola sull'ideologo delle retate anti-evasione arriva da documenti e ricevute bancarie che riguardano l'acquisto ma soprattutto, la ristrutturazione dell'appartamento extralusso ai Parioli. Parte dei soldi per la compravendita sarebbe partita da uno dei cinque conti correnti accesi da Grilli sull'isola del Canale, località bollata dal Governo italiano come «paradiso fiscale». Conti in euro, sterline e dollari che il ministro ha però definito «in chiaro, dichiarati, su cui ho pagato le tasse» al tempo in cui era manager della Credit Suisse. «Quando sono venuto in Italia ho riportato i soldi indietro. Indipendentemente dalla casa. In altri tempi». Le date cui fa riferimento però sembrano non coincidere: nel 2002 Grilli lascia Londra per diventare Ragioniere generale dello Stato, mentre l'acquisto della casa risale al febbraio 2004. Dai documenti del divorzio si scopre poi che i lavori di rifacimento dell'appartamento, affidati alla società Aurea, sono stati liquidati per circa la metà in contanti (dunque senz'Iva): 287mila euro cash a fronte di un costo complessivo di 642mila euro. Una cifra di tutto rispetto sborsata da Grilli (che ha sempre parlato di un totale nettamente inferiore: 374mila euro) per rifare da cima a fondo, come emerge dalle carte della società appaltatrice, «un'abitazione con... una superficie commerciale di 310 mq, cantina di pertinenza, due posti auto, ... cinque bagni nuovi con sauna e vasca idromassaggio, una cucina gourmet super dotata, una piscina con fontane, getti, nuoto controcorrente e docce esterne, attacchi in giardino per una cucina esterna, sistema di irrigazione automatica per le piante, allarme, porte su misura, pavimento di lusso in rovere annerito con ogni lastra “coppato” a mano». La piscina era stata ricavata da una serie di fioriere senza, a quanto pare, richiesta di permessi ma con una semplice dichiarazione d'inizio attività. Grilli aveva avuto la fortuna di acquistare l'immobile per un milione e 65mila euro, la metà del valore di mercato. Ottenendo dal Monte dei Paschi di Siena un mutuo di un milione e mezzo - circa il 40 per cento in più - a un tasso assai competitivo: il 3,75 per cento. A vendere era stato Massimo Tosato, vicepresidente della Schroeder, società in buoni rapporti, secondo quanto scoperto dal senatore Elio Lannutti, con l'allora direttore del ministero dell'Economia. I due, Grilli e Tosato, come già rivelato dal Giornale, sono stati anche soci nella Cortina srl che si occupa della gestione del campo di golf ampezzano. La differenza tra prezzo ufficialmente pagato e ammontare del mutuo erogato da Mps (nelle cui indagini proprio il ministro, quale ex direttore generale del Tesoro, è stato sentito come persona informata dei fatti) era stato spiegato da Grilli sulla base della valutazione «data dai periti alla banca» che comprendeva le «migliorie operate da soggetto diverso dal venditore (suo parente, ndr)» poi liquidate separatamente dall'acquirente. Ricostruzione che l'ex moglie (all'epoca beneficiaria di 8mila euro al mese) ha smentito «che sia stato pagato alcun lavoro di ristrutturazione eseguito prima del nostro acquisto. Né che ce ne siano stati. Anche perché la casa l'abbiamo rifatta noi da cima a fondo».
Ora Grilli, attraverso il suo avvocato, accusa la ex moglie di aver diffuso notizie false per il rancore maturato durante la lunga causa di divorzio, ma lei racconta «che il prezzo totale pagato per l'acquisto era molto più vicino a quello di mercato: circa due milioni e duecentomila euro. Ricordo che una parte di quel pagamento è avvenuto anche con denaro proveniente da un conto offshore di mio marito con i soldi guadagnati nell'anno in cui ha lavorato per Credit Suisse a Londra».

L'inchiesta del Sole vira poi, senza troppo criterio, su un personaggio imputato nel processo farsa a Ottaviano Del Turco. L'unica cosa in comune è che in aula un'altra donna si è vendicata, incastrandolo, dell'ex marito. Trattasi di Maria Maurizio, già signora Aracu, nel senso di Sabatino, ex parlamentare Pdl.

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