Montezemolo scende in campo, non si candida e prepara la strada al Monti bis. E c'è già chi lo corteggia. A partire dal Terzo Polo, come era ipotizzabile. Gianfranco Fini, che già ieri aveva lodato il presidente Ferrari, conta sul nuovo movimento per confermare l'attuale premier a Palazzo Chigi. Nelle prossime settimane, quindi, si potrà dire "se ci potrà essere un lavoro comune con me e con Casini affinché Monti possa guidare il prossimo governo. Un esecutivo formato da ministri «sicuramente eletti con qualcuno e la presenza del ministro Riccardi alla convention di Montezemolo è già una prima risposta. Vedremo cosa decideranno gli altri e se vorranno assumere responsabilità rispetto alla discesa in campo".
Da Montezemolo "parole di buonsenso condivisibili", aggiunge Pier Ferdinando Casini, secondo cui "ieri sono uscite proposte serie, ragionamenti pacati di persone perbene che vogliono contribuire al rinnovamento politico e dell’Italia". Parole in "sintonia" con l'Udc, insomma.
E anche il Pdl strizza l'occhio alla nuova forza politica. "Guardiamo con attenzione e simpatia ad ogni movimento che proponga nuove idee liberali e si candidi a non far vincere la sinistra, questa sinistra", sostiene Angelino Alfano, mentre per il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto Montezemolo non può non allearsi col centrodestra "altrimenti ripete l’operazione fatta nel passato da Martinazzoli e cioè dare il via libera alla sinistra costruendo un centro che non si allea col centrodestra". Dello stesso avviso Francesco Giro, che se fossi in Berlusconi "lavorerei ad un patto con Montezemolo, anche minimalista di non belligeranza elettorale".
Decisamente critico il Pd. In particolare per Rosy Bindi il fondatore di Italia Futura "non è certo un volto nuovo della politica italiana. Non fu lui che venne incaricato da Berlusconi di difendere il made in Italy all’estero?". Eppure tra i democratici c'è anche ci apre a un'alleanza con il Nuovo Centro, come Dario Franceschini, che si dice pronto ad accogliere nella coalizione "una grande area dei moderati. Con Casini o senza". La condizione perché questo avvenga, però, è una sola: niente Monti bis. "Quanto può valere una lista a lui intestata? Il 5, 10, anche il 15%?", sostiene il presidente dei deputati democratici non escludendo però un ruolo istituzionale per il Professore.
E a mettere i bastoni tra le ruote ad un'eventuale alleanza tra Pd e moderati c'è anche Nichi Vendola secondo cui "il repertorio di banalità e luoghi comuni che ho sentito nei discorsi di questi vecchi o nuovi protagonisti, lo trovo poco interessante, di una noia mortale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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