Il Cav congela la resa dei conti Vertice decisivo verso il rinvio

Berlusconi irritato con Fitto si nega al telefono: ormai si è autoescluso. Nulla di fatto nel faccia a faccia tra Verdini e l'ex ministro. Ufficio di presidenza dopo il 15 giugno

Il Cav congela la resa dei conti Vertice decisivo verso il rinvio

Con Raffaele Fitto preferisce non parlare, nonostante l'ex ministro l'abbia cercato l'ultima volta martedì sera. Mentre il canale con Denis Verdini non si è mai interrotto e non solo i due si sono ripetutamente sentiti ma si sono anche visti più volte in quel di Palazzo Grazioli, per fare il punto non solo sulle riforme ma pure sul durissimo scontro che si sta consumando dentro Forza Italia.

Se mai ce ne fosse ancora bisogno, dunque, basterebbe solo questo dettaglio per capire quanto Silvio Berlusconi sia irritato con l'ex governatore della Puglia e quanto poco di buon occhio veda il suo insistere sull'aprire un dibattito dentro il partito per individuare nuovi strumenti di selezione della classe dirigente azzurra (congressi o primarie?). Non solo perché all'ex premier le liturgie di partito sono sempre interessate poco, ma pure perché trova del tutto inopportuno il momento in cui è stato aperto questo dibattito: ad urne non ancora chiuse, visto che i ballottaggi ci saranno questo fine settimana, e con il governo che andrebbe rintuzzato nel merito dei provvedimenti invece di essere tutti presi dalle polemiche interne.

Un Berlusconi, insomma, tentato dal chiudere definitivamente la porta a Fitto, tanto dal non essersi fatto neanche trovare al telefono. Il leader di Forza Italia, infatti, considera l'ex ministro già fuori dal partito, convinto che si sia «autoescluso». Ha fatto tutto da solo, è il senso dei ragionamenti che Berlusconi affida ai suoi collaboratori più fidati. Che, non è una novità, sono tutti su posizioni diametralmente opposte a quelle di Fitto. Da Giovanni Toti a Mariarosaria Rossi, passando per i capigruppo Renato Brunetta e Paolo Romani, fino a Denis Verdini, Antonio Tajani, Mariastella Gelmini. Tutti convinti che l'ex ministro abbia «esagerato» e che debba «darsi una regolata». Cosa che però il diretto interessato sembra abbia intenzione di fare fino ad un certo punto. «Non voglio fare polemiche, ma discutere apertamente», spiega ai microfoni di Mix24. E ancora: «Nessuna contestazione nei confronti di Berlusconi, anzi. Di lui mi fido e penso sia lui quello che deve aprire una nuova fase del centrodestra».

Il punto è che la rottura tra le due fazioni - non solo politica ma soprattutto umana - sembra difficilmente recuperabile, visto che neanche il faccia a faccia di ieri tra Verdini e Fitto ha portato risultati. E forse è anche per questo che l'Ufficio di presidenza in cui si potrebbe arrivare alla resa dei conti pare destinato a slittare alla seconda metà di giugno (la prossima settimana se ne dovrebbe tenere uno con all'ordine del giorno solo il bilancio), magari con l'obiettivo di trovare una soluzione condivisa ed evitare la conta. Da una parte, infatti, c'è chi vuole seguire la strada dei congressi per rilanciare il partito e dall'altra - Fitto e i suoi - si insiste invece per le primarie. Non certo per la leadership che non è in discussione ma solo per individuare i quadri del partito sul territorio, ripete come un mantra l'ex ministro (che nel 2012 le primarie le ha fatte a Lecce, Trani e Terlizzi).

Dall'altra parte, però, non arriva alcuna risposta. Berlusconi - ieri al primo colloquio con l'assistente sociale dopo l'affidamento ai servizi in prova a Cesano Boscone dove è atteso questa mattina - ha infatti chiesto di abbassare i toni e concentrarsi sul governo. E così si sta muovendo Forza Italia.

Con Toti che replica a Matteo Renzi sulle riforme e i tagli degli enti, Deborah Bergamini che polemizza sull'eccessivo carico fiscale imposto dall'esecutivo e Daniela Santanché che invita a «smetterla con il politichese» perché «il punto dirimente non sono le primarie» ma «quale atteggiamento intende prendere Forza Italia rispetto a Renzi».

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