Il Cav non lascia e rilancia Oggi in campo Forza Italia

Berlusconi dopo la Cassazione: "Non vogliono solo mettermi in galera. Vogliono persino distruggere il mio patrimonio"

Silvio Berlusconi saluta i suoi simpatizzanti davanti villa San Martino ad Arcore
Silvio Berlusconi saluta i suoi simpatizzanti davanti villa San Martino ad Arcore

«Non vogliono soltanto mettermi in galera. Vogliono persino distruggere il mio patrimonio». Silvio Berlusconi prende malissimo la sentenza della Cassazione che respinge il ricorso della Fininvest contro la Cir di De Benedetti per il risarcimento del Lodo Mondadori. «I magistrati mi hanno sempre colpito ma questa volta non vedono l'ora di distruggermi, di abbattermi definitivamente. Ma io non mollo. Non posso mollare». Anche la figlia Marina schiuma di rabbia. Sarà lei a dettare una nota al vetriolo. Segno che in molti valutano come un segnale che sia lei a raccogliere il testimone del padre in politica.
Il Cavaliere intanto tiene in freezer l'annuncio della sua ridiscesa in campo ma solo per ventiquattr'ore. Il videomessaggio che annuncia la rinascita di Forza Italia, sorta di chiamata alle armi per la battaglia finale, sarà trasmesso oggi. Presumibilmente all'ora di pranzo e c'è tempo fino alle 11 circa per modificarne il contenuto, alla luce dell'ultima bordata delle toghe. Una sentenza a orologeria, esplosa proprio il giorno del voto in Giunta al Senato che boccerà la relazione del pidiellino Andrea Augello. Ennesima dimostrazione che la giustizia, in Italia, fa spavento. Tutti i big del partito commentano esterrefatti l'ultima schioppettata della Cassazione. Motivo in più per calcare la mano sul «problema giustizia» e denunciare: «C'è chi si rifiuta di prendere atto che in Italia c'è un problema giustizia grande come una casa».
Lo dirà forte e chiaro nel messaggio odierno, stoppato ieri in extremis. Perché la frenata? Si vocifera di molteplici versioni, dalla iper soft a quella più dura. In realtà le registrazioni sono due. Una, l'originale, limata fino a venerdì scorso per depurarla da riferimenti poco attuali; l'altra, più nuova, sarà quella diffusa oggi con l'aggiornamento del caso Cir-Mondadori. In ogni caso, in tutte le versioni, l'ex premier non fa riferimento a eventuali strappi al governo Letta. Insomma, sarà responsabile anche se, in cuor suo, continua a ritenere assurdo che un partito alleato lo accoltelli in questo modo. E lo dirà esplicitamente con la formula: «Non è possibile che il Pd condanni il leader del partito alleato e pretenda di continuare a collaborare». Niente crisi, però. Berlusconi non stacca la spina seppur obtorto collo perché l'esecutivo continua a essere visto come il male minore.
Qualcuno valuta che la mossa di garantire la stabilità sia un messaggio al capo dello Stato, l'uomo a cui più preme la vita del governo. Certo, Napolitano è forse l'unica persona che può fare qualcosa per l'agibilità politica dell'ex premier; ma il Cavaliere, ai suoi, non nasconde lo scetticismo. Il presidente della Repubblica non si muoverà di un millimetro dal contenuto della nota del 13 agosto, quando suggerì a Berlusconi di iniziare a scontare la pena per poi chiedere la grazia, facendo mea culpa. Ma il Cavaliere non può arrivare a tanto.
Come smentite sono le voci di sue possibili dimissioni prima che l'aula del Senato voti la sua estromissione definitiva dal Parlamento.

Niente dimissioni anche perché, se le rassegnasse, cadrebbero i ricorsi presentati in sede europea per contestare l'applicazione della legge Severino. Meglio rilanciare Forza Italia e tuffarsi nel partito. Tanto che domani, nel pomeriggio, Berlusconi dovrebbe radunare i suoi nella nuova sede romana di piazza San Lorenzo in Lucina.

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