Il Cav telefona al premier: "Sulle riforme stai sereno"

Berlusconi rassicura Renzi su nuovo Senato, Italicum e Titolo V: si va avanti spediti. E ai suoi scrive: "Sì al dialogo, ma su giustizia ed economia restiamo all'opposizione"

Il Cav telefona al premier: "Sulle riforme stai sereno"

Una giornata di accese fibrillazioni, nonostante giovedì a tarda sera Silvio Berlusconi abbia provato a rassicurare personalmente Matteo Renzi sull'esito della convulsa riunione dei gruppi di Forza Italia. Che l'incontro sulle riforme nella Sala della Regina di Montecitorio fosse infatti diventato una sorta di maratona oratoria contro il governo e contro l'intesa sul nuovo Senato (gli unici interventi a favore dell'accordo quelli di Denis Verdini, Paolo Romani, Laura Ravetto e Maurizio Gasparri) non è certo un segreto, come pure il fatto che il premier non abbia gradito molto che l'intesa siglata di prima mattina nel faccia a faccia di Palazzo Chigi fosse stata poi rimessa in discussione a sera per «sedare» i frondisti azzurri. Di qui la necessità di rassicurare Renzi. Con Verdini che lo chiamato dopo cena per ribadire che «l'accordo non è in discussione» e che poi passa direttamente il telefono a Berlusconi. Non preoccuparti, sulle riforme - è il senso di quel che dice il leader di Forza Italia all'ex sindaco di Firenze - si va avanti spediti, sto solo prendendo tempo per cercare di superare alcune resistenze dei miei.

E in effetti i dubbi degli azzurri si erano già andati dissipando giovedì. Perché - al netto dei malumori e dei tanti dissensi - difficilmente i parlamentari di Forza Italia si metteranno a tirar su barricate in prima lettura, con il rischio di creare una spaccatura dentro il partito e magari legittimare la reazione di Renzi, compresa l'eventuale minaccia del voto anticipato. E poi, se l'obiettivo è affossare la riforma del Senato, c'è tempo per farlo non solo quando arriverà alla Camera ma pure quando tornerà a Palazzo Madama per la seconda lettura.
Insomma, a parte qualche caso isolato - come potrebbe essere quello di Augusto Minzolini che non pare intenzionato a cambiare idea - la frattura dentro Forza Italia sembra più ad uso e consumo dei retroscena giornalistici che sostanziale. Perché, come ha detto giovedì sera al telefono Berlusconi a Renzi, «alla fine si uniformeranno tutti» e Forza Italia «voterà compatta».

Ma la telefonata tra i due non deve essere stata sufficiente a calmare del tutto le acque se ieri sera il leader di Forza Italia ha deciso di mettere la cosa nero su bianco con una nota che ha di fatto reso inutile il seguito della riunione dei gruppi azzurri messo in agenda per martedì. In quell'occasione, infatti, Berlusconi avrebbe dovuto tirare le somme dell'incontro fiume di giovedì. Cosa che invece ha deciso di fare ieri con una nota. «Ho invitato ed invito i nostri deputati e i nostri senatori - fa sapere nel tardo pomeriggio l'ex premier - a sostenere convintamente questo percorso, a cominciare dalla riforma che riguarda il Senato, che sarà seguita dalla discussione e approvazione della nuova legge elettorale e dalla riforma del Titolo V». E ancora: «Da vent'anni ci impegniamo in solitudine per dare al nostro Paese istituzioni che garantiscano democrazia, efficienza e governabilità. Per la prima volta (ma meglio tardi che mai) riscontriamo la volontà di altre forze politiche di concorrere davvero a quel percorso di riforme che abbiamo lungamente auspicato». Detto questo, il leader di Forza Italia ci tiene a mettere nero su bianco quanto da tempo vanno dicendo i suoi più stretti collaboratori, da Giovanni Toti a Deborah Bergamini.

«Ribadisco - conferma - che il nostro dialogo con l'attuale maggioranza di governo è limitato al solo tema delle riforme istituzionali. Forza Italia resta infatti convintamente all'opposizione non condividendo la politica economica e la politica sulla giustizia sino ad ora messe in atto da questo esecutivo».

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