Chi va e chi viene da Parolin

C'è il governo uscente a Palazzo Borromeo per le celebrazioni dei Patti Lateranensi. Enrico Letta sorride e parla con i vertici della Conferenza episcopale italiana, in primis il cardinale Angelo Bagnasco, anch'esso in uscita. E c'è il presidente Giorgio Napolitano che si ferma in disparte con i presidenti di Camera e Senato. Poi uscendo dice: «Ho tanti pensieri per la testa». La situazione politica italiana è il tema predominante dei colloqui bilaterali Italia-Vaticano. La situazione è anomala. C'è un premier non più in carica; non c'è il premier incaricato Matteo Renzi; c'è un presidente della Cei in uscita. Il clima, assicura il segretario di Stato vaticano monsignor Pietro Parolin (nella foto con Napolitano), è «positivo».

Ma su Renzi mette le mani avanti e, da esperto e raffinato diplomatico, non si sbilancia: «Il nostro auspicio è che il nuovo governo possa realizzare il programma, molto impegnativo. Spero che con l'aiuto di Dio possa farlo. Famiglia e lavoro restano le nostre priorità». A buon intenditore poche parole.

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