Colpo di coda del Pd sull'Imu Ma l'intesa governo-Pdl regge

Epifani all'attacco: "Sì alla nuova tassa, in cambio di altre misure". Ma tra i lettiani c'è ottimismo per un accordo. Brunetta: "Stiamo chiudendo"

Colpo di coda del Pd sull'Imu Ma l'intesa governo-Pdl regge

Roma - Finale in salita, per la riforma dell'Imu, tra colpi di coda (del Pd) e vertici tecnico-politici per decidere le coperture. In particolare ieri si sono visti in due riprese, il premier Enrico Letta, il ministro dell'Economia Saccomanni, il vicepremier Angelino Alfano e Renato Brunetta per fare il punto. «Stiamo trovando la quadratura. Le coperture ci saranno, e saranno chiare, nette e credibili», assicurava ieri sera il capogruppo Pdl. Altri incontri sono in programma anche per tutta la mattinata di oggi, fino al Consiglio dei ministri che dovrebbe cancellare l'Imu sull'abitazione principale e terreni agricoli.
«Confidiamo in un'intesa. Ci sono tutte le condizioni», spiegava anche una fonte vicina al premier. Incontri «costruttivi», ha assicurato Alfano.
Sul fronte opposto, il segretario del Pd Guglielmo Epifani ha riunito i ministri del partito per fare il punto sulla strategia da tenere.
In sintesi, i democratici abbandonano l'idea della franchigia e abbracciano ufficialmente la service tax (o Imu federalista come preferisce chiamarla il Pdl). Ma chiedono che a compensare l'impegno per l'Imu, tema che ormai porta il marchio del Pdl, sia qualche misura su altri fronti.

Ieri Epifani ne ha elencati molti. «C'è il tema degli investimenti nella scuola, c'è la cassa integrazione che va rifinanziata, ci sono gli esodati che non possono essere dimenticati. E in prospettiva ci sono grandi questioni come il costo dell'energia, l'Iva, il cui aumento finirebbe per comprimere ancora di più i consumi». Tutti temi da affrontare «tenendo conto delle disponibilità». E comunque, «noi non accettiamo ultimatum, è anche interesse nostro riformare l'Imu ma non c'è solo l'Imu». In sintesi, i democratici non vogliono che sia solo il centrodestra a portare a casa una vittoria e cercano un tema da cavalcare.
C'è poi chi vorrebbe ancora spingere il partito verso una linea più dura: «Il Pd ribadisca con forza le sue priorità e vada a vedere il bluff dei pasdaran del centrodestra», è ad esempio la richiesta di Cesare Damiano, deputato del Pd presidente della commissione Lavoro di Montecitorio.
Poco dialogante, anche Scelta Civica. «Mi auguro che per paura dei cannoni caricati a salve di Brunetta sull'Imu non si facciano pasticci come sarebbe l'ipotesi di coprire minori tasse aumentando altre tasse. Il governo dimostri serietà e coerenza optando per una riduzione dell'Imu socialmente equa e sostenibile per i conti pubblici», ha detto la vicepresidente del Senato Linda Lanzillotta esponente del partito guidato dall'ex premier Mario Monti.
Ieri c'è stato anche l'incontro con i Comuni, cioè con l'Anci guidata da Piero Fassino, esponente Pd e sindaco di Torino. Vertice delicato perché la gran parte dell'onere spetterà proprio agli enti locali. Saranno i sindaci a decidere come modulare la futura service tax.

Sul fronte delle imprese, preoccupa il destino dei capannoni e le coperture. «Si continua a ventilare l'ipotesi di un aumento delle tasse del gioco, un argomento demagogico la cui efficacia è tutta da dimostrare», ha protestato Massimo Passamonti, Presidente Confindustria Sistema Gioco Italia. Confartigianato ha sottolineato come dagli immobili produttivi siano arrivati solo nel 2012 9,3 miliardi, una somma pari al 39,1% del totale dei 23,7 miliardi di gettito Imu dello scorso anno. Anche la Cgia di Mestre ha fatto i conti. Nel 2012 sono stati gli albergatori, con un versamento medio di quasi 11.500 euro, la categoria più tartassata dall'Imu, seguiti dalle strutture della grande distribuzione, con un versamento medio di 7.300 euro, e dalle industrie (quasi 5.800).


Il Codacons giudica una «buona notizia» che il ministro per lo Sviluppo economico, Flavio Zanonato, abbia detto «che non c'è nessuna ipotesi di introdurre nuove tasse per compensare la cancellazione dell'Imu», perché «se l'abolizione dell'Imu fosse sostituita, infatti, da una service tax per la copertura dei servizi indivisibili si tratterebbe addirittura un peggioramento rispetto all'abolizione dell'Imu dato che quest'ultima», ha «almeno un barlume di progressività» perché basata sulle rendite catastali.

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