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Congresso Pd, Civati esce allo scoperto: "Vendicherò Prodi e Rodotà"

Continua la telenovela piddì. Renzi prende tempo: vuole prima vedere le regole. Civati invece si candida per ricostruire la sinistra: "Dobbiamo allearci con Vendola"

Congresso Pd, Civati esce allo scoperto: "Vendicherò Prodi e Rodotà"

Ah, il Pd. La telenovela sul congresso non chiude i battenti nemmeno a luglio. Il palinsesto della politica democratica ha in cantiere nuovi noiosissimi colpi di scena, biechi accoltellamenti alle spalle e inutili sgambetti. Il tutto condito dai soliti volti che, per difendere il proprio orticello, sono disposti a tutto. Anche ad affondare il proprio partito. Così, mentre il premier Enrico Letta affanna sulle misure economiche, i vertici di via del Nazareno se le danno di santa ragione. A distanza, ovviamente. Con l'accortezza, però, di lavare i panni sporchi sui quotidiani nazionali. Una soap in piena regola. Ultime novità: Giuseppe Civati scioglie le riserve e si candidata alla segreteria piddì, il sindaco di Firenze Matteo Renzi fa un passettino indietro e fa sapere che deciderà del suo futuro solo a settembre e di comune accordo con gli altri sindaci.

Guglielmo Epifani blinda il governo, i vertici del Pd blindano Epifani. È un gioco di squadra. Per far fuori gli outsider. "Non c’è nessuna alternativa a questo governo del fare che va sostenuto e incoraggiato", ha chiarito l'ex segretario della Cgil. E a chi, come il rottamatore, ha chiesto a Letta di fare di più, ha ricordato come si tratti di un governo "di servizio", frutto di una maggioranza poco "omogenea" e che quindi comporta dei compromessi. Dall’altro lato, però, il segretario piddì ha mandato anche messaggi rassicuranti sul fronte delle regole e della data del congresso, assicurando che "a giorni" si deciderà e che "le primarie saranno aperte" e puntando, in questo modo, a tenere unito il partito. È possibile, dunque, che già domani venga deciso qualcosa in più su questo fronte. Questo è quanto si aspettano i renziani dalla riunione. Durante l'incontro il segretario presenterà in maniera più articolata una proposta su come intende declinare il "congresso dal basso". L’ipotesi potrebbe essere quella che i democrat licenzino un documento "base", una sorta di dna del partito da far discutere nei circoli locali, provinciali e regionali. Una volta completata questa prima tappa si partirebbe con il congresso nazionale, scindendo le due fasi. Una procedura complessa ma che ha l’obiettivo dichiarato da parte del segretario di concentrare il dibattito "più sui temi che sui nomi". In realtà, è proprio sui nomi (o meglio: sulle correnti) che si deciderà il risultato del congresso. Nella giornata conclusiva del Politicamp a Reggio Emilia, Civati ha annunciato che si candida per vendicare Romano Prodi, Stefano Rodotà e "le timidezze di questi anni". "Mi candido a fare il segretario del Pd - ha twittato - mi candido perché c’è da ricostruire il centrosinistra". Il primo punto del suo programma? Ricucire l'alleanza con Nichi Vendola. Il secondo punto? Un contrasto deciso al tatticismo. "Le correnti sono solo correnti di seggiole - ha concluso - ci occuperemo di tutto il resto, della scelta degli argomenti, delle parole nuove".

Mentre Civati, lavora a ricostruire il pachiderma rosso che fu di Prodi, Renzi tentenna e fa un passo indietro. In una intervista al Corriere Fiorentino, il sindaco ha fatto sapere che vuole prima vedere le regole, saggiare se non ci sono fregature. Il timore è che il meccanismo ideato da Epifani possa far slittare i tempi. Non solo. Scindere e invertire le due fasi congressuali potrebbe incidere sulle maggioranze che si andranno a creare e, quindi, anche sulla composizione degli organismi dirigenti. E il timore è quello che qualora decida di correre, Renzi ottenga una "vittoria azzoppata". Per fugare tutti questi dubbi, Renzi vuole prendersi il tempo necessario (almeno tutta l'estate) e tessere attorno a sé una solida rete che lo sorregga. "Se ci sarà una mia candidatura alla leadership del Pd non sarà un’autocandidatura, bensì la risposta a una richiesta degli amministratori del territorio - ha spiegato - perché nessuno meglio di un sindaco conosce i veri bisogni dei cittadini". Insomma, è chiaro che nei prossimi giorni non mancheranno nuovi colpi di scena.

E la telenovela potrà andare, lentamente, avanti.

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