Contro don Guzzanti l'anatema cattolico: "Offende la religione"

L'Aiart scomunica il comico per il ruolo di don Pizzarro ma il personaggio è del 2001. La rete insorge: "È censura"

Contro don Guzzanti l'anatema cattolico: "Offende la religione"

Corrado Guzzanti «scomunicato». Doveva accadere prima o poi. È il rischio, calcolato, cui, ogni comico che abbia verve, inventiva e un po' di innocua, naturale irriverenza, sa di andare incontro.
E così Corrado, calato nella tonaca di don Pizzarro, uno dei suoi personaggi più riusciti, si è beccato l'anatema dell'Aiart, l'Associazione telespettatori cattolici, che lo ha denunciato per «aver offeso con battute da caserma il sentimento religioso degli italiani, vomitando insulti e falsità per oltre un'ora di spettacolo». Pietra dello scandalo quel Recital, andato in onda il 4 gennaio su La7 in prima serata, che, in realtà, è tratto dell'omonima tournee teatrale di Guzzanti del 2009.

Insomma don Pizzarro non è una novità nel repertorio dell'autore satirico. E il burinotto prete, che mastica le sue battute in romanesco, non è nemmeno al suo esordio televisivo visto che è stato già proposto nel 2001, all'Ottavo Nano, nel 2008 a Parla con me e nello show del 2011, Aniene.
È una caricatura che ha più di dieci anni, ma prima della messa in onda di Recital, nessuno se ne era mai lamentato. Nella sua pantomima Corrado Guzzanti siede in abito talare su uno scranno dorato e porta al collo una croce decisamente vistosa.
Tanto per darvi un'idea, a una domanda sull'uso del preservativo per prevenire l'Aids, risponde così: «A noi, daa vita, ce frega dar momento der concepimento fino alla nascita. Già un quarto d'ora dopo nun je ne frega più niente a nessuno». E il pubblico esplode in una risata scrosciante.
Ma il «prelato» ha anche una sua bizzarra idea per contrastare l'aborto: «A 'ste ragazze che abortiscono je levamo li punti daa patente. Se nun porti avanti la gravidanza nun porti manco la machina».

Oltre ad appellarsi direttamente a La7 per la sospensione della trasmissione, l'associazione cattolica ha intenzione di presentare un esposto all'Agcom, «perché accerti violazioni e sanzioni per questo programma, che non ha niente a che vedere con la satira e con lo spettacolo». Corrado Guzzanti ha preferito non commentare. Ma a difesa di don Pizzarro si è già scatenata la rete. Su change.org, la piattaforma delle petizioni online, è comparso un documento in sostegno del comico e della libertà di satira.

In meno di tre giorni, è stato già firmato da quasi 40mila persone (i tweet sono 400 e passa, le condivisioni su Facebook più di 5mila). L'idea è di Stefano Corradino, direttore di Articolo21: «Il nostro giornale da dieci anni conduce battaglie contro ogni forma di censura e di bavaglio, imposto per motivi politici, economici, militari, religiosi».

La petizione definisce la denuncia a Guzzanti da «Medioevo Italia» e invita l'Aiart a ritirare la querela e la richiesta di sospensione del programma, «nel nome dell'articolo 21 della Costituzione e della libertà di espressione e di satira».
L'invito, per i telespettatori cattolici, è quello di concedersi un sorriso, ascoltando il consiglio di San Francesco di Sales: «Siate sempre gioiosi. Un cristiano triste è un triste cristiano».

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