Crollo senza fine di Ingroia: indagato per fuga di notizie

L'ex pm di Palermo accusato di avere violato il segreto sul superboss Provenzano. È l'ennesima disfatta dopo la figuraccia alle elezioni e l'uscita dalla magistratura

Crollo senza fine di Ingroia: indagato per fuga di notizie

E passi il grande flop elettorale. E passi il procedimento disciplinare degli ordini degli avvocati di Roma e Palermo per esercizio abusivo della sua nuova professione dopo l'addio alla toga, quella di avvocato. E passi pure il licenziamento da avvocato di parte civile al «suo» processo, quello sulla trattativa Stato-mafia, perché, per legge (scoperta dal Giornale) per due anni non può esercitare la professione dove ha fatto il magistrato nei precedenti quattro anni. Ma l'ultimissimo guaio di Antonio Ingroia ha, veramente, del clamoroso: indagato dalla procura di Caltanissetta per violazione del segreto istruttorio. E non robetta di poco conto perché la presunta violazione riguarda il superboss Bernardo Provenzano.
Fuga di notizie sul «re» dei boss. Lui, il «re» dell'antimafia per antonomasia. L'iscrizione nel registro degli indagati dell'ex pm di Palermo è arrivata, come una bomba, ieri pomeriggio. Tutto nasce da un esposto presentato nei mesi scorsi a Caltanissetta dall'avvocato di Provenzano, Rosalba Di Gregorio, a nome dei figli del capomafia, Angelo e Francesco Paolo. A scatenare la denuncia, un articolo pubblicato il 5 giugno del 2012 sul Fatto Quotidiano, che raccontava un interrogatorio avvenuto qualche giorno prima, il 31 maggio, nel carcere di Parma. In tre nella cella con Provenzano: lo stesso boss, reduce da uno strano tentativo di suicidio con un sacchetto di plastica; e i pm Ignazio De Francisci e Antonio Ingroia. Un interrogatorio non da poco. Perché, dà notizia il quotidiano di Padellaro, i pm sondano tra l'altro il terreno sulla possibilità di convincere Provenzano a pentirsi. Ci sono anche delle considerazioni sullo stato di salute del boss. È, si diceva, il 5 giugno. La trascrizione dell'interrogatorio, denuncia l'esposto, avviene però il 7 giugno, due giorni dopo la pubblicazione dell'articolo. Chi ha parlato coi giornalisti? Escluso per ovvie ragioni Provenzano, restano i due pm, unici presenti. Di qui l'esposto a Caltanissetta, competente per i procedimenti riguardanti i magistrati del distretto di Palermo. In parallelo, i legali di Provenzano presentano un altro esposto sulla stessa vicenda, al Csm e alla procura generale della Cassazione. Perché in quell'interrogatorio Provenzano viene sentito senza avvocati. «Era teste», dicono i pm. «Era indagato», dice il gip della trattativa Stato-mafia che ha dichiarato «nullo» quell'atto. Ma i giudici delle toghe nicchiano, Ingroia nel frattempo lascia la toga. E così l'esposto bis finisce nel nulla.
Torniamo alla fuga di notizie principale, ora arrivata all'iscrizione nel registro degli indagati di Ingroia. I giudici nisseni indagano. Nessun addebito a De Francisci, ulteriori indagini su Ingroia, stabiliscono. Ingroia, fresco indagato per fuga di notizie, gioca d'attacco. E accusa la procura «nemica» (sulla gestione di Massimo Ciancimino e sulla trattativa Stato-mafia tra Palermo e Caltanissetta c'è stato in passato più di un contrasto) di violazione del segreto: «Se fosse vero – detta l'ex pm all'agenzia AdnKronos – sarebbe un fatto gravissimo, vorrebbe dire che c'è stata una fuga di notizie dalla procura di Caltanissetta, al momento non ho ricevuto alcuna informazione». Poche ore dopo, da Lampedusa dove ha riconquistato i riflettori, visto che si è presentato nell'isola annunciando che difenderà gratuitamente immigrati e soccorritori che incappino in indagini per i soccorsi, Ingroia smorza un po' i toni: «Non posso pensare – dice – che i magistrati di Caltanissetta possano a loro volta avere commesso la violazione del segreto istruttorio, conoscendo la loro serietà penso che la notizia non sia vera.

L'unica cosa vera è che mi ha denunciato il difensore di Provenzano. È lusinghiero – ironizza – essere denunciato da Provenzano, anche altri imputati in passato mi hanno denunciato e tutto è stato archiviato. Cercano di rovesciare la frittata».

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