Dimissioni Papa Benedetto XVI

Dalle Filippine agli Stati Uniti Gli outsider ora salgono in pole

Tagle di Manila ha il carisma di Wojtyla, O'Malley di Boston lotta contro la pedofilia

Dice il vaticanista americano John Allen che se il pontificato di Benedetto XVI fosse finito «naturalmente» sarebbe stato meno probabile un conclave rivoluzionario. Mentre la rottura della consuetudine voluta da Joseph Ratzinger con le dimissioni potrebbe spingere i cardinali conclavisti a osare, a decidersi per candidati «che portino la chiesa ad abbracciare un nuovo inizio».
Fra gli oustider c'è senza dubbio il filippino Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, 56 anni il prossimo giugno, personalità dunque con soltanto due anni in meno di quanti ne aveva Karol Wojtyla quando il 16 ottobre del 1978 venne eletto. Scrive di lui in queste ore la Reuters: «Ha il carisma di Giovanni Paolo II e insieme la statura teologica di Benedetto XVI che non a caso l'ha voluto nella commissione teologica internazionale». Amato da Ratzinger, Tagle ha una formazione teologica particolare. Dopo essere stato allievo del teologo Joseph Komonchak della Catholic University of America, egli ha fatto parte della squadra di ricercatori che ruotano attorno ad Alberto Melloni e al suo maestro Giuseppe Alberigo, entrambi discepoli e successori di don Giuseppe Dossetti e della cosiddetta «scuola di Bologna» che nel volume dedicato alla storia del Concilio hanno interpretato la stessa assise conciliare come rottura e come un nuovo inizio. Dice chiesa.it che «nel IV volume di questa storia, pubblicato nel 1999 e dedicato al turbolento periodo conciliare dell'autunno 1964, è proprio Tagle a firmare il capitolo chiave, quello dedicato alla “tempesta di novembre: la settimana nera“».

Dalle Filippine agli Stati Uniti. Sono due gli outsider del continente nordamericano. Il primo è il capo dei vescovi del Paese, Timothy Dolan. È solito indossare i paramenti da sacerdote con la stessa naturalezza con la quale veste ampie magliette da baseball. È uno dei migliori interpreti del sogno ratzingeriano di una nuova evangelizzazione capace di espandersi soprattutto nell'occidente secolarizzato. Il secondo è Sean Patrick O'Malley, il cappuccino divenuto arcivescovo di Boston dopo gli anni tormentati del cardinale Bernard Francis Law e per volere del Papa tra i visitatori apostolici per la chiesa irlandese colpita dalla pedofilia. Fra i primi porporati ad aprire un blog, non ha paura di prendere posizioni anche scomode. La battaglia contro la pedofilia nel clero è sua da tempo. La comunicazione della fede è importante per O'Malley. A volte questa comunicazione comporta dei rischi. Come quando tempo fa decise di partecipare ai funerali del senatore Edward Kennedy. Il Vaticano criticò questa scelta: Kennedy non seguì l'insegnamento della chiesa in materia d'aborto. Ma O'Malley disse che concedere i funerali è un gesto di misericordia.

L'America latina ancora fatica a trovare un suo candidato. Nel conclave del 2005 un papabile fu l'argentino Mario Bergoglio. Non è detto che non lo sia ancora seppure i suoi 76 anni pesano. È vero che Ratzinger fu eletto a 78, ma non sembra questo il conclave per un porporato troppo avanti con l'età. Sempre fra i sudamericani potrebbe avere un senso il nome del brasiliano di origine tedesca Odilo Pedro Scherer.

63 anni, arcivescovo metropolita di san Paolo, membro della commissione cardinalizia di vigilanza dello Ior e del consiglio dei cardinali per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede, resta una figura di grande rilievo del collegio cardinalizio, un punto di riferimento per molti.

Commenti