De Girolamo prova a resistere Nuovi nastri: «Complotto Pd»

De Girolamo prova a resistere Nuovi nastri: «Complotto Pd»

RomaTranquilla per la mozione di sfiducia, un po' meno per quel precedente citato dal segretario Pd Matteo Renzi. A fare traballare Nunzia De Girolamo, più che l'offensiva delle opposizioni più dure, è lo spettro di Josefa Idem, cioè dell'ex ministro dello Sport che si dimise per un abuso edilizio, convinta anche dal premier Enrico Letta.
Renzi lo ha solo evocato, ma è probabile che il fantasma delle dimissioni «spontanee» si materializzi veramente nelle prossime ore, ancora una volta sollecitato dal premier. Ieri Letta, appena tornato dal Messico, ha incontrato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ufficialmente per il «patto di coalizione». Sul caso il presidente del Consiglio ha sentito lo stesso ministro e il vicepremier Angelino Alfano, anche se Palazzo Chigi non ha confermato.
Il ministro dell'Agricoltura rimane al suo posto, appoggiata al 100% dal suo partito e sicura che tutta la vicenda si stata montata. A sostegno di questa tesi ieri sono uscite nuove intercettazioni. Il Tg5 ha riportato un avvertimento dell'ex direttore sanitario della Asl di Benevento Felice Pisapia: «Stai attenta, qui il Pd locale ti vuole inguaiare» (nella versione «tradotta» in italiano dagli investigatori, visto che l'originale è in dialetto campano). Il riferimento è a due esponenti democratici locali, concorrenti di De Girolamo quando era deputato semplice. Uno si è fatto vivo è l'esponente del Pd di Benevento Umberto del Basso, che ha smentito la ricostruzione, definendola «una patacca». Il ministro non ha commentato e si è limitata a dire di avere «fiducia nella magistratura». Ma sulla tesi del complotto il suo partito, il Ncd, ha costruito la sua difesa di fronte a Letta. Lei è intenzionata a resistere. Ieri ha lavorato regolarmente ad un accordo sulla Pac (la politica agraria comune) con le regioni. Ma le pressioni per le dimissioni si sono moltiplicate su tutti i fronti.
Ci sono quelle scontate del Movimento cinque stelle che ha presentato l'annunciata mozione individuale di sfiducia alla Camera. L'atto ieri è stato inoltrato all'ufficio di sindacato ispettivo, il capogruppo Federico D'Incà ha già chiesto che la presidente Boldrini calendarizzi in tempi immediati la discussione. I pentastellati hanno chiesto agli altri partiti di prendere una posizione chiara. Il Pd ha risposto con nuovi auspici di dimissioni, ma prendendo tempo su tutto il resto. La posizione ufficiale è aspettare e ascoltare cosa dirà la De Girolamo domani alla Camera, quando si discuteranno le mozioni Ncd e Pd. Nei contatti con il premier, il Pd non ha escluso l'appoggio alla mozione del M5S. Un clamoroso voto trasversale contro un ministro, equivarrebbe alla fine del governo stesso.
Ipotesi estrema. O meglio, un modo per premere su Letta affinché convinca De Girolamo a farsi da parte.
Contro queste pressioni, la resistenza di «Nunzia», qualche presa di posizione garantista di Forza Italia e la difesa netta del Ncd, che ieri ha fatto quadrato attorno al suo ministro. A partire dal segretario, il vicepremier Angelino Alfano che ha fatto proprio riferimento al paragone con il ministro Idem. «È un giudizio personale di Renzi. Vorrei ricordare che Nunzia De Girolamo, a differenza di molti altri casi, non è indagata».
Parole pronunciate prima dell'intercettazione. Al complotto il Ncd crede fermamente.

Ed è una carta importante per fermare l'offensiva dei renziani. Sempre che non ci siano novità sul fronte giudiziario. E sempre che Alfano non decida di sacrificare il suo ministro su altri tavoli. A partire da quello della legge elettorale.

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