La destra, la sinistra e gli stereotipi

Prima di autodefinirci bisogna comprendere cosa siano diventate destra e sinistra, naturalmente oltre gli stereotipi

La destra, la sinistra e gli stereotipi
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Egregio Direttore Feltri,
ho visto su Blob uno spezzone in cui lei, ospite della trasmissione di Piero Chiambretti, alla domanda dello scherzoso conduttore «Lei è un uomo di sinistra o di destra?», lei ha risposto autoironicamente «sono un.....». E non mi permetto di ripeterlo, ma diciamo un modo volgare di dire «bauscia».
Ebbene, secondo me tale epiteto non le si addice, essendo un uomo di cultura, intelligenza e senso dell'humour, dimostrandocelo quotidianamente su questo editoriale del Giornale.
Al contrario, ci sono persone che quel termine di cui sopra, lo sono, ma non lo ammettono manco autoironicamente come lei.
Pablo Malvasio
Milano

Caro Pablo,
ti ringrazio per le tue manifestazioni di stima. Grazie anche di leggermi ogni giorno. La mia risposta è stata ironica poiché la domanda stessa, a mio avviso, è priva di senso, in quanto ci impone di classificarci in maniera sbrigativa e questo determina qualche equivoco. Prima di potere affermare se io sia di destra o di sinistra, sarebbe necessario specificare cosa significhi essere di destra e cosa significhi essere di sinistra. Oggigiorno credo che valori nonché obiettivi e riferimenti che storicamente attribuiamo ad una e all'altra corrente siano profondamente mutati. Una volta la sinistra si occupava della classe operaia, dei lavoratori, dei loro diritti, dei ceti più umili della società. Adesso essa è diventata snob, distaccandosi dai cittadini ultimi, si è allontanata dalle periferie, dalle problematiche reali della gente comune e delle famiglie. Forse sono di sinistra, ma di quella sinistra che è morta da un pezzo. Di sicuro non mi riconosco nelle battaglie del Pd, come il femminismo ridotto a guerra per le declinazioni, come la pretesa dell'utero in affitto, della possibilità di fabbricare bambini prendendo in locazione il ventre di una donna. Non condivido il delirio ecologista che si è trasformato in lotta contro il progresso, contro la ricchezza, contro le automobili. Non condivido nemmeno l'idea che occupare la casa altrui possa essere un diritto o comunque una condotta non punibile. Il diritto alla casa deve essere tutelato, ma ha diritto alla casa anche colui a cui viene sottratta dall'occupante illegittimo. Perché questo lo dimentichiamo? Rigetto il politicamente corretto che conduce a pesare ogni sillaba e a scandalizzarsi per ciò che non dovrebbe suscitare indignazione ma al massimo una sana risata. La sinistra ha sposato le cause dei gay e degli immigrati, va bene, ma a patto che non ci si scordi della stragrande maggioranza dei cittadini, i quali reclamano un ruolo e anche attenzione, considerazione e ascolto. Ecco, è proprio questo il punto: la sinistra è divenuta insensibile e sorda, concentrata su questioni marginali elevate a questioni di vita o di morte, eccessivamente polemica, ipocrita, allorché afferma, ad esempio, di volere combattere l'odio ma poi lo fomenta nei confronti degli avversari politici e intellettuali e, come se non bastasse, tollera e giustifica la violenza quando ha come bersagli gli antagonisti. Oggi la destra si è fatta sinistra. È la destra, che pure viene definita ingiustamente «fascista», ad essere presente nelle periferie, a difendere i diritti degli ultimi, a sostenere il lavoro, a rispondere ai bisogni del popolo, che non consistono nell'aprire le frontiere ai clandestini, nell'epurare la lingua dai vocaboli reputati «sessisti», nello sdoganare le adozioni gay, bensì - ne riassumo uno - nella esigenza di campare in città decorose e sicure, dove non si rischia di essere rapinati per strada, aggrediti, uccisi a caso dal vagabondo di turno, nell'esigenza di vivere in uno Stato che tuteli i diritti dei cittadini e non il diritto inesistente di entrare clandestinamente in Italia e ivi insediarsi nel disprezzo totale delle norme del nostro ordinamento.

È dominante il pregiudizio in base al quale chi si dica di sinistra sia

virtuoso e solidale, mentre chi si dica di destra sia fascista e ignorante. Ecco il motivo per il quale preferisco proclamare scherzosamente di essere un coglione piuttosto che incasellarmi in uno o nell'altro falso stereotipo.

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