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"Basta con il fascismo". Così Cacciari dà una lezione a Schlein & Co

Massimo Cacciari analizza l'esito delle recenti elezioni e asfalta la sinistra: "Io credo che sia una destra quella che sta vincendo in Europa, ma non ha niente a che fare con i fascismi"

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Le elezioni amministrative si sono concluse con una vittoria netta del centrodestra, con buona pace dei partiti di centrosinistra. Il nuovo segretario del Pd Elly Schlein non ha fatto il cosiddetto miracolo, e la sconfitta è stata clamorosa. Proprio di questo si è parlato nel corso della puntata di ieri, lunedì 29 maggio, di Otto e mezzo, trasmissione in onda su La7. Nel salotto di Lilli Gruber si è discusso dell'esito elettorale, cercando di capire che cosa abbia motivato la scelta dei cittadini chiamati a votare. Ospite del programma, Massimo Cacciari ha ammesso che, nel periodo attuale, sempre più persone si riconoscono nella destra. Il sentore comune è che la narrazione, trita e ritrita, della sinistra abbia stancato, e non faccia più presa sugli elettori.

"Basta con le etichette"

"Va bene chiamare la destra 'destra', ma basta etichettarla con gli 'ismi' del passato millennio", afferma il filosofo, rispondendo a una domanda della conduttrice. "Basta con quegli 'ismi', si parli di destra. È una destra. Io credo che sia una destra quella che sta vincendo in Europa, ma non ha niente a che fare con i fascismi!". La "caccia al fascista", del resto, non ha portato gli effetti che forse i partiti di sinistra speravano. "È in tutta Europa che il vento tira a destra. I fatterelli di casa nostra vanno inquadrati in una crisi generale di tutte le socialdemocrazie europee, dalla Svezia alla Spagna", prosegue l'ex sindaco di Venezia nella sua analisi.

Nessun effetto Schlein

Altro punto analizzato da Cacciari è stato il ruolo del nuovo segretario dem Elly Schlein. Chi sperava in un "effetto-Schlein" è rimasto inevitabilmente deluso, considerato l'esito delle votazioni. "Non basta Schlein, non bastano centomila Schlein per rimontare", dichiara il filosofo.
Il problema, infatti, è a monte, e non è sufficiente cambiare il leader. Ci vuole, continua Cacciari, una sinistra più attiva nelle politiche sociali. "Vogliamo parlare del potere d'acquisto inferiore a 20 anni fa? O dell'evasione fiscale? Tutte le socialdemocrazie europee sono da rifondare. Stanno franando sulle politiche fiscali e redistributive. Stanno fallendo il loro core business", afferma l'ex sindaco di Venezia. "Per il Pd la strada è lunghissima e non certo per il risultato di queste amministrative che era scontatissimo".

Qual è la differenza con i partiti di destra? Quelli "sanno che bisogna lavorare in coalizione", spiega Cacciari, "e sanno fare politica a differenza del Pd e del M5S".

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