«Donne, sono il marito anticrisi»

Dodici anni fa Roberto Pocorobba si è reinventato vita e lavoro. A testimoniarlo c'è un volantino: un omino con l'impermeabile aperto. Niente di volgare. Lo sfogli: «Affitta un marito». Sotto l'impermeabile l'omino nasconde tutti gli strumenti del mestiere: cacciavite, pinza, trapano, chiodi, tubi, cavi elettrici. È quello che fa lui, cioè tutto: «Tutto quello che non ha tempo o voglia di fare il marito in casa». Alle rogne ci pensa quello in affitto. Molto più comodo. Basta una telefonata e lui arriva: e finiscono le litigate, i musi, i rancori per il quadro mai appeso, la lampadina pendente e desolata, la mensola ancora nello sgabuzzino, la zanzariera che non si chiude bene. Il risultato è che con la sua azienda - «Mariti in affitto» appunto, che lavora nella zona sud di Milano e provincia - ha appuntamenti quasi a ogni ora della giornata.
Scusi, come ha deciso di fare il marito in affitto?
«Ho fatto il venditore di prodotti farmaceutici per vent'anni. Alla fine mi ero stancato di girare sempre in auto, anche 400 chilometri al giorno. Ma avevo quasi cinquant'anni. Così al mio commercialista è venuta l'idea: “Perché non fai il marito in affitto, negli Stati Uniti funziona...”»
Ci ha creduto subito?
«Pensavo scherzasse. Invece era il mio. Ho una manualità naturale, riparo tutto. Ho iniziato a lavorare col passaparola e i volantini».
L'omino.
«Sa che mi costa tanto? Quasi un euro al pezzo. Ma piace anche ai bambini».
Come è organizzato?
«Ho l'aiuto di amici, ex soci e ogni tanto di mio figlio. Ristrutturiamo pure la casa. E poi curo il giardino, accompagno la vecchietta a comprare le lampadine, porto la sciarpa al signore anziano, come un parente. Del resto in questo lavoro la fiducia è tutto».
Quanti sono i clienti?
«Quelli consolidati cinquecento».
E i costi?
«Trenta euro l'ora, in città. In certi casi faccio il preventivo: per esempio se devo cambiare il rubinetto o imbiancare».
Le richieste più frequenti?
«Riparare un'antina, il rubinetto che perde, la piastrella rotta, la riparazione elettrica. Ma se qualcuno mi chiede di fare la spesa al supermercato, io vado: per trenta euro...».
Chiamate insolite?
«Di recente ho fatto un cambio di stagione in un armadio, sgomberato un garage e fatto ripartire la batteria di un'auto. Poi so che mi posso aspettare di tutto: anche pulire la cappa dell'aspirazione. Normalmente le giornate sono piene di mobiletti dello scaldabagno da riparare, rubinetti del lavandino o della doccia che perdono, lampadine e piastrelle da cambiare».
È puntuale?
«Puntualissimo. Inizio alle 8 e mezza e finisco alla sera».
Chi la chiama?
«Le signore di una certa età. E le ragazze appena sposate. Funziona così: al sabato vanno all'Ikea col marito, comprano i mobili nuovi, lui alla domenica ci prova pure a montarli ma non ce la fa. Si arrabbia, litigano e al lunedì le donne mi chiamano. Infatti trovo sempre i pacchi già aperti. E poi i televisori».
La chiamano anche per la tv?
«Sì, i ragazzi comprano questi televisori pazzeschi, da attaccare al muro. I mariti però non si fidano, così mi chiamano. Sempre il lunedì. Ma se il cane fa pipì sul marmo, io lo lucido. O se cade il condizionatore, io lo sistemo. Offriamo anche il servizio di dog-sitter».
È sempre occupato?
«Non faccio mai programmi a lungo termine, ma lavoro tutti i giorni. E alla sera aiuto i miei amici. A 59 anni la faccio in barba ai ragazzi che dicono che non c'è lavoro: quando li sento...»
Il lavoro c'è?
«Cerco di coinvolgere anche mio figlio. Quello che mi dispiace è vedere poca manualità in giro».
Perché i mariti non fanno questi lavori?
«Farlo ed essere pagati è un piacere. Ma a casa mia non faccio niente: chiamo i miei colleghi. O li chiama direttamente mia moglie».


C'è qualcuno che si confonde, diciamo così?
«Una volta una ragazza mi ha chiesto un “servizio completo”. Secondo me era uno scherzo, comunque le ho detto: mi mandi una foto e le faccio un preventivo. Sa, io sono un venditore. Meglio stare sul ridere».

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