Dream, il cane beffato. Tutta l'Italia è solidale ma lui è di nuovo solo

Due anni fa fu trovato a Ragusa con tre zampe mozzate. Una ragazza raccolse soldi per aiutarlo. Ed è finito in un terreno semi abbandonato

Dream, il cane beffato. Tutta l'Italia è solidale ma lui è di nuovo solo

Forse qualche lettore ricorderà la vicenda drammatica di Dream, l'incrocio di pastore tedesco che, tre anni fa, venne trovato da un ragazzo nelle campagne del ragusano, dentro una cascina, praticamente privo di tre zampe. I sanitari della clinica dove i carabinieri portano il povero cane, dopo averlo recuperato, sancirono, vista la cicatrizzazione dei moncherini, che le zampe erano state tagliuzzate in tre momenti diversi. Un incubo senza fine che però non ha scalfito la fiducia nell'uomo di questo cane, permettendogli di accogliere i soccorsi con la gioia espressa dal movimento della coda. In breve, la storia di Dream attraversò l'intera nazione commuovendo animalisti e gente comune. Una giovane di Biella, Alessandra il suo nome, lo ottenne in adozione e Dream fu trasportato da Catania a Bologna su un aereo pilotato dal comandante Salvati, che lo volle a fianco sé in cabina. Curato a lungo in una clinica di Bologna e poi in un centro specializzato in fisioterapia a Reggio Emilia, pensavamo tutti che la storia di Dream avesse avuto un lieto fine. Ma pare non sia così. A Loredana Pronio, presidente di Feder F.i.d.a. giungono, nel tempo, segnalazioni che mettono in serio dubbio questo lieto fine, tanto che decide di affidare un'indagine a un detective privato, il quale raccoglie materiale videofotografico sufficiente a convincere la Pronio che «l'affare» così dichiara telefonicamente «è una menzogna al limite della truffa». Mentre Alessandra, anche nei giorni scorsi, vanta su Facebook il fatto di tenere Dream a casa con sé, onorato e riverito, la realtà è che il cane, commenta la Pronio, «è “detenuto” in una sorta di rifugio privato, fatiscente, privo di quegli accorgimenti di cui Dream necessita e non certo nell'abitazione di Alessandra. Inoltre -continua la Pronio- sono stati raccolti molti soldi per Dream, denaro di cui abbiamo tutti gli attestati e che dubitiamo seriamente sia stato usato per migliorarne la qualità di vita». Per questo -asserisce l'animalista con fermezza «oggi sporgeremo denuncia, come associazione, contro l'intestataria di Dream (Alessandra) che, assieme al suo compagno, riteniamo abbia sfruttato l'immagine di questo cane per tutt'altri fini che nulla hanno a che fare con la zoofilia. Metteremo a disposizione dell'autorità giudiziaria fotografie e video che riveleranno la verità in modo inoppugnabile». «Dream vuol dire sogno -conclude la Pronio- e io credo che questo cane abbia tutto il diritto oggi, di vivere quel sogno di salvezza che è stato infranto tre anni fa». Ieri Loredana Pronio, accompagnata dai carabinieri, si è recata nel luogo dove vive Dream vive, un appezzamento di terra senza case alla periferia di Bologna, dove è intervenuta anche l'Asl che non è ovviamente entrata nel merito della violenta polemica, limitandosi a valutare che non vi erano gli estremi di un vero e proprio maltrattamento e quindi di un sequestro del cane.

Come sempre toccherà alla magistratura stabilire se la denuncia della Feder F.i.d.a. ha solide basi. A noi non rimane che il dovere di cronaca e lo sconcerto che vicende simili, «giocate» sulla pelle di chi non può difendersi, generano nell'anima di chi, agli animali, vuol bene davvero.

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