RomaIgnazio Visco sale in cattedra e dà i voti ai governi. Insufficienza per Letta/Saccomanni: la loro Tasi rischia di pesare il 60% in più sui proprietari di prima casa, come l'Imu del 2012. Il governo precedente (con la complicità di Monti) ha fatto registrare un record: per la prima volta i consumi degli italiani sono calati più dei redditi.
L'analisi del governatore, però, non è contenuta nelle «Considerazioni finali», ma nella Relazione allegata. Insomma, la denuncia dell'aumento della Tasi del 60% (se i Comuni si adegueranno sull'aliquota massima) o del 12% (se sceglieranno quella media) non è stata letta da Visco all'assemblea della Banca d'Italia.
Il binomio Renzi/Padoan, invece, strappa appena la sufficienza; più d'incoraggiamento che altro. Gli «80 euro» potranno stimolare i consumi: dice Visco. «Ma non diventeranno forza trainante di ripresa, senza un duraturo aumento dell'occupazione». «L'offerta di posti di lavoro, però, tornerà a salire lentamente». Sebbene - ricorda Bankitalia nella Relazione - «la semplificazione delle regole (previste dal decreto Poletti), in una fase di riavvio ciclico, potrebbe stimolare nuove assunzioni».
Per questo, il governatore consiglia al governo di concentrarsi sullo stimolo della domanda interna, attraverso investimenti in infrastrutture, «cerniera tra domanda ed offerta».
E se non fosse sufficiente - ma il concetto, implicito, resta nella penna - attraverso un'operazione di aumento del potere d'acquisto delle famiglie: ottenibile solo con un alleggerimento fiscale. Insomma, devono ripartire i consumi; operazione possibile, soprattutto in un periodo di semi-deflazione.
Sebbene Visco non ne faccia cenno nelle «Considerazioni finali», la Relazione allegata ricorda al governo che per rendere strutturali gli 80 euro e rispettare gli obbiettivi di bilancio, il prossimo anno è necessaria una manovra di quasi un punto di pil. Per l'esattezza, di 14 miliardi: 7,3 per gli sgravi Irpef e 7 miliardi di correzione del deficit. Gli spazi esistono, visto che sono attesi - sulla carta - 17 miliardi di risparmi dalla spending review. Sebbene di questi ne siano stati impegnati solo 2,8 miliardi.
Ed all'attuale governo chiede una rotta sicura. Bene le riforme. «Ma la strada della ripresa non solo economica, non sarà breve né facile». Per questo è necessario - osserva Visco - che seppure «le singole misure potranno essere attuate in tempi diversi, non solo per i vincoli di bilancio, la visibilità di un disegno coerente rassicurerà i cittadini, rafforzerà quella fiducia nel futuro senza di cui ogni progresso è impossibile».
Il diverso trattamento riservato da Visco a Saccomanni e Padoan avrebbe anche una matrice personale. A Via Nazionale ancora ricordano i rapporti non proprio idilliaci fra Saccomanni e Visco, anche precedenti al momento di quando quest'ultimo lo battè sul filo di lana per la poltrona di governatore. Mentre l'attuale ministro dell'Economia e il governatore si sono alternati sulla poltrona di capo economista dell'Ocse.
Sul fronte bancario, il governatore alza la voce. Giudica «inaccettabili» gli ultimi scandali. E chiede che la Banca d'Italia abbia il potere di rimuovere, «quando necessario e sulla base di fondate evidenze, gli amministratori di banca dal loro incarico».
In un mondo perfetto, casi come quello della Carige non sarebbero dovuti esplodere, visto il ruolo della Vigilanza.
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