La prima addizionale sulla benzina risale a quasi ottant'anni fa: la mise Mussolini per finanziare in parte nel 1935 la Guerra in Abissinia. L'ultima ieri: per finanziare, in parte, la stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione. È entrato in vigore, infatti, il decreto legge «Fare» che prevede un'addizionale da 75 milioni su benzina e gasolio.
Secondo il meccanismo di calcolo del prezzo dei carburanti, una volta sommate tra loro le diverse addizionali al prezzo industriale, viene applicata l'Iva: una tassa sulla tassa. Dal 2011 ad oggi sono stati sette gli aumenti delle accise sui combustibili, uno dell'Iva; ed il secondo potrebbe intervenire a partire dal primo luglio.
Uno studio degli Artigiani di Mestre stima che la famiglia-tipo quest'anno spenderà 217 euro in più, rispetto al livello del 2010. Ma se scatta l'aumento dell'Iva, il maggior esborso salirà a 223 quest'anno che diventeranno 230 nel 2014.
Ancora più rapida la dinamica per il gasolio. A tutt'oggi, rispetto ai livelli del 2010, la spesa è aumentata di 379 euro. Dal primo luglio, con l'aumento dell'Iva, la spesa salirà quest'anno a 388; che diventeranno 397 nel 2014. Le elaborazioni del centro studi degli artigiani di Mestre si basano sui consumi medi di carburanti di una famiglia-tipo italiana, indicati dall'Istat. Questa famiglia ha un'auto alimentata a benzina che, secondo i consumi medi rilevati dall'Istat, percorre circa 15.000 chilometri all'anno con un consumo di circa 900 litri di carburante, ha subito un rincaro di 217 euro.
Se il primo luglio l'aumento dell'Iva verrà confermato, per l'anno in corso l'aggravio salirà a 223 euro per toccare i 230 euro nel 2014. Molto peggio sono andate le cose per chi dispone di un'autovettura di media cilindrata alimentata a gasolio.
A fronte di una percorrenza media annua rilevata dall'Istat pari a 25.000 chilometri all'anno che dà luogo ad un consumo annuo di circa 1.300 litri di gasolio, il rincaro subito nelle aree di servizio a seguito degli aumenti delle accise e dell'Iva avvenuti negli ultimi tre anni è stato di 379 euro. Se dal prossimo primo luglio l'aumento dell'Iva verrà confermato, per il 2013 l'aggravio salirà a 388 euro e nel 2014 toccherà i 397 euro.
Giuseppe Bortolussi, leader degli Artigiani di Mestre, ricorda che «l'80% circa delle merci in Italia viaggia su gomma. Se l'aumento dell'Iva non verrà bloccato, quasi sicuramente registreremo un rincaro generalizzato dei prezzi di tutti i beni che quotidianamente troviamo sugli scaffali dei negozi o dei supermercati».
Ma, a parte i potenziali aumenti dei prezzi (tamponati in parte dagli effetti della crisi), Bortolussi osserva che «dall'inizio della crisi alla fine del 2012, il Pil nazionale è diminuito di 7 punti percentuali e la spesa delle famiglie di 5. Questa caduta di 5 punti corrisponde, in termini assoluti - prosegue - ad una diminuzione media della spesa pari a circa 3.700 euro a famiglia.
Se non scongiuriamo il ritocco dell'Iva corriamo il pericolo - avverte - di penalizzare ulteriormente la domanda peggiorando la situazione economica delle famiglie e quella delle piccole imprese e dei lavoratori autonomi che vivono quasi esclusivamente di consumi interni».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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