«Ecco la verità sul futuro del Pdl»

«Ecco la verità sul futuro del Pdl»

RomaOnorevole Verdini, dopo la «guasconata» sullo spread, con Monti è vera pace?
«Quella battuta non è stata facile da accettare. Abbiamo dovuto fare i conti con l'indignazione della nostra gente».
Avete giudicato le parole di Monti ingenerose?
«Molto ingenerose, soprattutto perché i fatti hanno dimostrato che il livello fuori controllo dello spread non era colpa del precedente governo. L'impressione è che il senso di responsabilità dimostrato da Silvio Berlusconi - che si è dimesso senza aver ricevuto un solo voto di sfiducia - venga spesso dimenticato. Ci siamo affidati a una personalità forte come quella di Mario Monti. Ma servono risultati concreti».
Avete avuto la tentazione di staccare la spina?
«Berlusconi ha avuto un chiarimento con Monti che gli ha detto che quella battuta andava contestualizzata. Abbiamo fatto prevalere, come sempre, il senso di responsabilità».
Lei si sta occupando della modifica della legge elettorale, diventata una sorta di simbolo della casta. Merita davvero questo marchio di infamia?
«È stata sottoposta a una demonizzazione senza possibilità di difesa. Eppure quando venne approvata era gradita a tutti i leader. È vero, sono stati commessi degli errori ma ha permesso a tutti i partiti di portare giovani e donne in Parlamento in misura assolutamente superiore alle leggi precedenti. E ha anche introdotto il premio di maggioranza che nessuno mette più in discussione».
La trattativa è davvero a buon punto?
«Ci sono nodi da sciogliere e il Generale Agosto ha rallentato la trattativa. A fine mese dovremo rivederci perché poi bisognerà lasciare spazio all'iter parlamentare che è quello che davvero conta».
Questo Parlamento è nelle condizioni di fare le riforme?
«C'è la volontà comune di farlo. In Italia fare le riforme non è mai facile. Ci riuscimmo noi nel 2006 ma il referendum voluto dalla sinistra le bocciò. Senza quel referendum il numero dei parlamentari sarebbe stati dimezzato fin dal 2008».
Per il Pdl è imprescindibile il premio al primo partito?
«Sì, la nostra posizione è questa. Ma c'è una cosa che ci tengo a dire. Che si introducano le preferenze o i collegi saranno sempre i partiti a fare da filtro tra gli elettori e i rappresentanti. E questo vale per noi come per Grillo. Quindi non esageriamo con la demagogia».
Si va prefigurando la nascita di una Cosa Bianca con dentro ministri del governo. Teme contraccolpi sul gruppo del Pdl?
«Innanzitutto prendere voti è una cosa difficile. Tra la volontà e la realtà c'è di mezzo il mare. Inoltre la ridiscesa in campo di Berlusconi delinea dei campi precisi. Per me il mondo è bipolare, soprattutto oggi che la situazione impone rapidità nelle decisioni e non bizantinismi. Lo stesso Monti si è lamentato della farraginosità dei processi parlamentari».
Daniela Santanchè annuncia una grande manifestazione a ottobre. Quale obiettivo avrà?
«Su questa manifestazione il partito sta lavorando da tempo, manca solo la data. Servirà per fare chiarezza e dire al nostro elettorato cosa abbiamo intenzione di fare perché questa situazione eccezionale sia sotto il profilo politico che economico non durerà per sempre».
Il Pdl è in difficoltà sul fronte delle alleanze.
«Ma questo può diventare un punto di forza per noi. Abbiamo la possibilità di mettere in campo davvero un programma chiaro e trasparente con cui recuperare le ragioni profonde della discesa in campo di Berlusconi».
Berlusconi quando scioglierà le ultime riserve?
«Per un'avventura così affascinante ma complicata ci vuole una guida forte. Tocca a lui decidere ma le sue mosse hanno già messo in fibrillazione i nostri avversari e creato un forte movimento nel nostro partito».
Berlusconi può ancora risultare credibile presso i suoi storici bacini elettorali?
«In Italia c'è bisogno di far ripartire l'economia e di qualcuno che possa comprendere le esigenze della piccole e medie imprese e delle partite Iva. L'interprete più credibile della necessità di rilanciare lo sviluppo è Silvio Berlusconi. Il suo coinvolgimento non è demagogico o di convenienza. Non è uomo capace di fingere, quando si impegna in una missione è sincero e lo fa fino in fondo».


Pensa anche lei che abbia bisogno di una first lady?
«Meglio non dare mai consigli sui matrimoni. Piuttosto l'idea di un ticket con una donna di grande spessore potrebbe dar vita a una novità politica senza precedenti».

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