Equitalia non toccherà la prima casa

La svolta del Fisco. Arriva il primo via libera a regole più civili: più rate e stop ai pignoramenti della prima casa

Sede di Equitalia
Sede di Equitalia

RomaPiù rate per i debiti fiscali, niente espropriazione o ipoteca della prima casa, fine della norma che prevede, in caso di ricorso del contribuente, il pagamento di un terzo della somma richiesta dal fisco; il famoso solve et repete diventato, soprattutto per le aziende, simbolo di un fisco nemico. C'è voluta Equitalia per mettere d'accordo gli opposti alla Camera dei deputati e fare votare allo stesso modo i gruppi parlamentari al gran completo. Compresi i grillini. Era successo a inizio legislatura in Senato con la risoluzione sul Def, e ieri il fenomeno si è ripetuto con una risoluzione sulla società di riscossione.
Tutto parte da una iniziativa di Daniele Capezzone (foto), che poi si è arricchita dei contributi (e delle limature) degli altri gruppi fino ad arrivare a un documento che porta in calce la firma del presidente Pdl della commissione Finanze, poi di Marco Causi del Pd, Maurizio Bernardo del Pdl, Enrico Zanetti di Scelta civica, Filippo Busin della Lega, Roberto Capelli del Centro democratico, Pasquale Maietta di Fratelli d'Italia e anche di Sebastiano Barbanti, capogruppo in commissione del Movimento cinque stelle. Un sì nemmeno troppo sofferto anche se - come hanno precisato i deputati M5S - il movimento rimane contrario all'istituzione di Equitalia». In ogni caso si tratta «di un primo passo nel miglioramento dei rapporti tra lo Stato esattore e i cittadini».
«Non è una legge - ha commentato Capezzone - ma è un primo contributo alla pace tra il fisco e gli italiani. Le forze politiche al completo e anche il governo, che in commissione era presente con il sottosegretario Luigi Casero che si è detto d'accordo, si sono schierate per fare valere dei principi di civiltà. Se saremo capaci di realizzare questi obiettivi ce ne sarà grato il Paese e restituiremo credibilità alla politica».
Nella risoluzione ci sono indicazioni generali. Come l'impegno per il governo a «monitorare l'efficacia delle norme introdotte nella scorsa legislatura per fornire maggiore flessibilità» alla riscossione e a intervenire ancora per «evitare che gli strumenti della riscossione possano pregiudicare la sopravvivenza economica» del debitore.
Ma poi ci sono anche indicazioni precisissime sui limiti che, secondo il Parlamento, dovrebbe avere la nuova Equitalia, elencate in nove punti. Intanto «ampliare il numero massimo di rate» in cui si deve restituire il debito.
Poi escludere l'espropriazione e l'ipoteca della prima casa del debitore, se è l'unica abitazione. Estendere ai debiti con il fisco i principi dell'impignorabilità contenuti nell'articolo 515 del codice di procedura penale (si può pignorare solo su un quinto dei beni utilizzati per l'attività imprenditoriale e professionale). Poi sospensione per sei mesi dei pagamenti per chi provi di essere in difficoltà, prevedere un numero maggiore di rate non pagate prima di fare decadere il diritto alla rateizzazione, riduzione degli interessi di mora, eliminazione di ogni forma di anatocismo (cioè gli interessi sulle sanzioni e sugli interessi di mora). C'è anche una richiesta al governo di valutare una proroga per rivedere la nuova disciplina del sistema di riscossione comunale.
Infine una riforma del solve et repete.

Oggi, il contribuente che presenta un ricorso su atti di accertamento tributario su imposte dirette o Iva deve subito versare almeno un terzo della somma richiesta. Un balzello indigesto alle imprese, che spesso vincono i ricorsi, ma si vedono sottrarre liquidi preziosi. La risoluzione prevede che il versamento sia limitato alle contestazioni di comportamenti fraudolenti.

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