Finanziaria senza risparmi. Aumentano solo le spese

Contributi a pioggia: dai 5 milioni per la viabilità a Verona ai fondi agli "enti bilaterali". Con la Finanziaria aumentano solo le spese

Finanziaria senza risparmi. Aumentano solo le spese

Roma - Sarà la voglia di centro - fortissima nei palazzi, un po' meno tra gli elettori - ma quella del governo Letta più che una legge di Stabilità di nuova generazione sembra una finanziaria vintage. Già nata sotto auspici poco buoni, tra rinvii e misure poco chiare (ad esempio sulla casa), il disegno di legge del governo Letta sta attraversando una sessione di bilancio da modernariato. Infarcita di mance e misure di ultradettaglio. Strade da costruire, benefici da confermare e associazioni da finanziarie. Il tutto nascosto in matrioske di rinvii a leggi, testi unici e finanziarie. E passato con il placet del governo. Spunta persino un sorta di condono. Un emendamento del Ncd conferma la sospensione dei contributi previdenziali per le imprese socio sanitarie di Sicilia, Puglia e Molise, con organici superiori alle 1.800 unità e che attraversino ristrutturazioni aziendali. Misura partita nel 2004 come sostegno alle zone colpite da calamità naturali e, via via, confermata. La delimitazione delle aziende che ne beneficeranno è ristrettissima, tanto che la copertura prevista è di 15 milioni di euro in tre anni. La novità è che, a partire dal 2017, le aziende della sanità, in particolare siciliane, potranno restituire i contributi non pagati in comode 360 (30 anni) rate, senza interessi. Platea ultraristretta anche per un emendamento che proroga di due anni, il non obbligo di iscrizione all'albo degli intermediari finanziari (con tutto quello che comporta in termini di adempimenti compreso l'antiriciclaggio) alle cooperative. A quanto pare sono quasi tutte già iscritte, tranne una, in Puglia. Dettagli, ma che danno l'idea di dove siano diretti gli sforzi di governo e maggioranza in queste ore. Poco ai contribuenti nel complesso, molto a bacini elettorali piccoli e micro. Ad esempio, il primo emendamento governativo presentato in commissione riguarda, oltre alla Tav, che è senza dubbio un tema generale, anche la strada statale 372 «Telesina», il cui raddoppio sarà importante, ma sicuramente non tanto da impegnare una sessione di bilancio già complicata. C'è anche un «soccorso» agli enti bilaterali, quelli creati da sindacati e associazioni datoriali, a spese dei lavoratori precari. Un emendamento ultracriptico del Pd (primo firmatario Sangalli) sopprime la norma voluta dal governo Monti che riduceva dal 2014 la quota di stipendio che i lavoratori somministrati dovevano versare al fondo al 2,6%. Con questo emendamento, approvato, torna al 4%. Un 1,4 di tasse in più nelle buste paga dei precari, già ridotte all'osso. Poi Federconsorzi. La rinascita della vecchia cassaforte Dc di voti e non solo (si veda Il Giornale del 22 novembre) è definitivamente diventata una bandiera del Nuovo centrodestra. Il senatore siciliano Giuseppe Marinello ha ripresentato un emendamento simile a quello bocciato di Ugo Sposetti (Pd) che mira a fare tornare alla federazione, crollata all'inizio degli anni Novanta per scandali e conti in rosso, una dote di 400 milioni in crediti. Poi 285 milioni fino al 2020 per la Guardia di finanza. Poco male, se non fosse che le altre forza dell'ordine hanno dovuto stringere la cinghia. Poi cinque milioni, targati Ncd, per il 2015 «al fine di finanziare gli interventi per potenziare la rete infrastrutturale per la mobilità» con la Fiera di Verona. Senza contare i 10 i milioni per i lavoratori socialmente utili della Calabria che si aggiungono ai 99 milioni destinati agli Lsu di Napoli e Palermo.

Un ulteriore milione destinato ai comuni con meno di 50.000 abitanti per la stabilizzazione degli Lsu. Cattiva spesa pubblica che viene confermata e rafforzata. Come prima del bipolarismo, quando i voti si compravano al dettaglio.

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