I feti? «Grumi di materia» che non possono essere chiamati «bambino o bambina».
È polemica a Roma per le parole dell'assessore alla Cultura della Regione Lazio, Lidia Ravera all'interno di un post sul blog che la scrittrice-assessore ha pubblicato sull'Huffingtonpost dopo che il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ha realizzato un cimitero dei mai nati, di tutti quei figli che non sono stati dati alla luce.
Le parole della Ravera, che ha parlato anche di «donne che, poiché il corpo ha le sue insondabili leggi, non sono riuscite a portare a termine il loro dovere di animali al servizio della specie» e di «una delle tante crociate del superfluo», hanno innescato una serie di reazioni. Prima di tutto da parte del Vicariato che ieri, tramite un editoriale di Angelo Zema, responsabile del settimanale Roma Sette, periodico della diocesi di Roma in edicola con Avvenire, fa appello al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti perché intervenga.
«Da una donna, e da una donna che rappresenta le istituzioni - dice Zema -, non ci aspetteremmo tali affermazioni aberranti, nè silenzi assordanti di chi quell'istituzione rappresenta al vertice».
Ma anche in chi qualche anno fa aveva già realizzato qualcosa di simile a Roma e cioè l'amministrazione Alemanno e in particolare l'ex vicesindaco Sveva Belviso. Al cimitero Laurentino, infatti, è stato riservato uno spazio per il Cimitero degli Angelì nel quale, a richiesta, i genitori possono seppellire il proprio figlio mai nato.
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