RomaGrillo «il furioso» riparte alla carica. Se la prende con Matteo Renzi, colpevole di aver accettato l'invito a Berlino di Angela Merkel. E non è chiaro se all'ex comico bruci di più l'essere stato ignorato dalla cancelliera tedesca, che non gli ha mai chiesto un incontro ufficiale, o il fatto che i colloqui europei del sindaco di Firenze rappresentino forse un primo passo verso la scalata al vertice del Pd. Sta di fatto che Grillo, dopo aver sparato a zero due giorni fa contro la Carfagna etichettandola «ex valletta», ieri ha definito Renzi «ebetino di Firenze».
«Il pellegrinaggio ossequioso, subito dopo il loro insediamento, dei nostri primi ministri, come Rigor Montis e Capitan Findus Letta, presso la Merkel (e persino del voglioso ebetino di Firenze, che non vanta alcuna credenziale se non quella di aver vinto alla Ruota della Fortuna) - scrive il pentastellato nel suo blog - ricordano la ricerca della benedizione papale dei grandi feudatari del Medioevo. In ginocchio, baciando il sacro anello. Gott mit uns».
Poi, alza il tiro, e si lancia in questioni economiche delicate, forse per cercare di recuperare consensi o sviare l'attenzione dalla fuga di 8 soldati dal suo esercito. «Gli interessi economici della Germania e quelli dell'Italia non coincidono più da tempo, dal nostro ingresso nell'euro, che in realtà è un marco mascherato - prosegue il leader del M5S - È necessaria una mediazione, un confronto alla pari, per uscire dall'impasse, non la continua genuflessione dei nostri politici». Poi prosegue parlando di quella ferita, che ancora gli brucia. «Dopo le elezioni politiche di febbraio - scrive - sono stato contattato ufficialmente, con una lettera o una mail seguita da una telefonata, dagli ambasciatori dei principali Paesi. Ho riscontrato da parte loro grande curiosità e interesse per il M5S e forte preoccupazione per il futuro dell'Italia e l'effetto domino che una crisi del nostro Paese potrebbe comportare. Solo una grande Nazione non ha chiesto un incontro ufficiale: la Germania. Sono convinto che si tratta di una distrazione». Una «distrazione» verso il M5S che lo Sciamano non ha digerito, soprattutto dopo che giovedì scorso quel collega «senza credenziali» è sbarcato a Berlino, con la «benedizione» di Letta, come rivelano fonti vicine al presidente del Consiglio. Sembrerebbe infatti che la cancelliera abbia preventivamente chiesto al premier italiano se l'incontro con il sindaco di Firenze potesse creargli problemi. L'episodio sarebbe avvenuto alla cena di lavoro dell'ultimo vertice europeo di Bruxelles, il 27 giugno scorso, durante la quale Letta e la Merkel sedevano vicini. Poi, lo stesso Renzi qualche giorno fa avrebbe informato il premier dell'imminente visita in Germania.
Grillo, invece, di un'Italia che «assomiglia in modo sempre più smaccato a quella del Seicento» ha potuto parlare solo con gli altri «ambasciatori» stranieri, all'indomani delle elezioni. La Merkel lo ha ignorato. Così, ora, non gli resta che tuonare in rete: «Non possiamo morire per Berlino, né fare la fine della Grecia per accontentare gli interessi tedeschi. Primum vivere, con o senza euro». Poi detta la sua ricetta.
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