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"Governo fascista". Mimmo Lucano attacca il disco della propaganda

L'ex sindaco di Riace, oggi candidato alle europee con Avs, accusa il governo di fascismo: "è nella sua storia". Poi la domanda a bruciapelo: "Meglio Mussolini o Meloni?". E Lucano non si smentisce

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Tra i possibili slogan da propaganda elettorale spicciola, Mimmo Lucano ha scelto probabilmente il più banale. Il più inflazionato e infondato allo stesso tempo. "Questo governo è fascista? Sì, è di destra, queste parole per me si equivalgono, non c'è differenza", ha affermato l'ex sindaco calabrese, oggi candidato alle prossime Europee come capolista al Sud per l'Alleanza Verdi Sinistra. Intervistato da Klaus Davi, l'inventore del discusso modello d'accoglienza applicato a Riace ha agitato lo spettro dello spauracchio nero, al quale peraltro gli elettori hanno dimostrato in più occasioni di non credere.

Il fascismo - ha aggiunto Lucano - "è nella sua storia, non lo ha mai rinnegato. Anche per quella che è l'esperienza di questo governo rispetto a tante cose. Penso alle deportazioni in Albania, alle loro politiche sull'immigrazione per cui gli esseri umani vengono considerati come un peso non come una opportunità". Poi l'ex sindaco si è riferito anche al "cinismo e alla poca attenzione" che - a suo avviso - ci sarebbero stati "per il dramma di Cutro". A smascherare il retroterra ideologico di quelle affermazioni, la risposta data a una domanda a bruciapelo. "Tra Meloni e Mussolini chi è meglio storicamente?". E Lucano: "Non so scegliere...".

Quanto al proprio posizionamento politico, l'ex sindaco di Riace ha poi ribadito di identificarsi in una sinistra più radicale rispetto a quella rappresentata dai dem. "Ho avuto contatti con persone vicine alla segreteria del Pd ma semplicemente io non sono di quel partito. Da sempre appartengo all'area antagonista, a quella che una volta si chiamava sinistra extraparlamentare. Ero un simpatizzante di Democrazia Proletaria", ha spiegato il candidato capolista di Avs. E ancora: "Ho avuto la sensazione di un nuovo corso con la Schlein di contrastare l'offensiva delle destre e di rendere più efficace possibile il fronte della sinistra dal punto di vista elettorale". Poi ha prevedibilmente chiuso la porta a qualsiasi ipotetica alleanza con Renzi o Calenda. "Provengono da un'area politica diversa".

Nell'intervista rilasciata a Davi, Lucano ha anche risposto una domanda sulla mancata messa in onda della fiction Rai sul modello Riace. "Io so che il produttore Roberto Sessa ha avuto dei contatti e che l'amministratore delegato della Rai ha detto che finchè ci sarà questa questione politica che vede queste contrapposizioni fra destra e sinistra, questa teoria dell'immigrazione che è contenuta in questa fiction, non può essere mandata in onda. Così è stato riferito dall'ad Roberto Sergio al produttore", ha affermato l'ex sindaco. Ma dalla Rai è arrivata una categorica smentita a queste parole.

"In merito alla notizia di un colloquio tra l'Amministratore delegato Rai Roberto Sergio e il produttore Roberto Sessa, come riferito dal signor Mimmo Lucano, nel quale si sarebbe parlato della messa in onda della Fiction sul 'modello Riace' si precisa che quanto riportato è totalmente falso. I termini attribuiti e riportati dal produttore non appartengono alla dialettica dell'Amministratore delegato.

In assenza di una smentita ufficiale l’Azienda si riserva di tutelarsi in ogni sede", ha fatto sapere l'azienda di Viale Mazzini.

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