Grillo a caccia di voti: «Si torni alla lira»

Grillo a caccia di voti: «Si torni alla lira»

RomaAccelerata di Grillo sul tema «uscita dall'euro», molto sentito dall'elettorato Cinque stelle. A stretto giro dalle parole di Casaleggio su possibili disordini sociali in Italia per la crisi economica, il leader M5S evoca nuovamente, con un post sul suo blog («Il diavolo veste Merkel»)di un ritorno alla lira, come via d'uscita dall'eurocrisi. Forse sollecitato dai suoi parlamentari, perplessi dalla moderazione dell'ultimo intervento di Grillo dopo l'incontro con Napolitano al Quirinale (quando disse che «si può rimanere nell'euro, ma solo rinegoziando le condizioni, o attraverso l'Eurobond»), e allertato anche dalla flessione dei sondaggi e dai cattivi raccolti nelle urne amministrative, Grillo torna alla versione hard e rispolvera la tesi più popolare, dell'abbandono della moneta unica, con un'analogia col 1992: «Oggi come allora sarà il mercato ad imporci una decisione: allora si tratta di abbandonare lo Sme e svalutare, oggi si tratterà di decidere se ristrutturare il debito restando nell'euro o tornare alla lira. Solo così l'Italia tornerà a vedere la luce».
Il grande imputato è la Germania: «La politica italiana ha venduto l'anima al diavolo teutonico in cambio della propria sopravvivenza a spese della collettività su cui ha riversato austerità e deflazione. Se non sarà l'Italia a reagire lo farà per lei il mercato con il suo linguaggio universale, ci sarà un prossimo rialzo degli interessi richiesti fino a rendere insostenibile il nostro debito».
Insomma un'uscita forzata e traumatica dal sistema euro. La strada del referendum sulla moneta, lanciata da Grillo in campagna elettorale, non è praticabile, a detta dello stesso M5S, come ha ammesso l'ex capogruppo Crimi: «Italia fuori dall'euro? È qualcosa sulla quale dobbiamo lavorare, ma un referendum purtroppo per il nostro ordinamento non è possibile».
Ma il tema agita il mondo Cinque stelle, e siccome nessuno l'ha cavalcato ancora in modo deciso (solo Berlusconi ne ha parlato, ma senza metterlo nel programma elettorale del Pdl. Con Forza Italia però le cose potrebbero cambiare...), Grillo si intesta la bandiera dell'addio alla lira, intercettando una galassia trasversale di euroscetticismo, già radicato nei meet-up.
Cioè le «sezioni» del M5S, che da mesi organizzano incontri con il referente del Movimento su questo tema, il prof. Alberto Bagnai (ma anche l'economista Claudio Borghi Aquilini viene seguito nel mondo M5S), docente dell'Università di Pescara e autore di Il tramonto dell'euro, ospite del M5S in Toscana, Abruzzo, Emilia- Romagna... Bagnai ha spiegato le ragioni dell'addio all'euro proprio sul blog di Grillo, con un video-intervento tra i più condivisi: «Dobbiamo essere consapevoli che l'esito della crisi dell'euro sarà la separazione delle economie più deboli, e che non è un esito disastroso, perché abbiamo molti precedenti storici di unioni monetarie che si sono dissolte e non sono arrivate le cavallette e neanche la pioggia di fuoco. Se si è commesso un errore (entrando nell'euro, ndr), rimediare a questo non è andare indietro, ma andare avanti». È la tesi che Grillo ha rilanciato, per ridare brio ad un M5S appannato dalle beghe interne e dalla goffaggine parlamentare dei primi mesi.
L'esito alternativo ad una via d'uscita dall'impasse economica, negli scenari più cupi di Grillo-Casaleggio, sono le rivolte di piazza.

Che all'orizzonte vede anche il governatore della Campania, Caldoro (Pdl): «Siamo ai limiti della rottura sociale, ci saranno disordini e rivolte per effetto di una povertà che aumenta. E inizieranno qui, a Napoli e in Campania».

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