
- Da una parte c’è Rosario Ventura, un capotreno, prima preso a schiaffi e sputi e infine accoltellato da un egiziano a Genova. Quattro fendenti che potevano ammazzarlo. Dall'altra parte invece ci sono i migranti della nave Diciotti, rimasti per una decina di giorni a bordo in attesa che l’Italia di Salvini e Conte li facesse sbarcare. Direte: qual è il legame? C’è. Perché l'aggressore del capotreno se l’è cavata con due lettere di scuse e un risarcimento da mille euro al poveraccio. I secondi invece hanno ottenuto dalla Cassazione un rimborso per il trattenimento a bordo della nave che pare possa andare da 41mila a 72mila euro. Capite che la sproporzione è senza senso?
- Ho letto attentamente l’ordinanza con cui la Suprema Corte ha disposto il risarcimento agli eritrei. Ed al netto del marchiano errore su una data (-possibile nessuno se ne sia accorto?) è un concentrato perfetto di legalese, rispettabile ma anche opinabile, i cui ragionamenti sarebbero potuti arrivare parimenti anche alle conclusioni opposte: non a caso sia il giudice di primo grado che quello di appello che il procuratore generale avevano optato per non accogliere il ricorso e il rimborso. Qui il problema è di buon senso. Ma come si fa a chiedere allo Stato, quindi ai cittadini, di versare altri soldi dopo che i migranti - che tentavano l’ingresso illegale in Europa - sono stati salvati, rifocillati, accolti, curati? Già appare fuori luogo, benché legittimo, che i soggetti in questione facciano ricorso. Ma come si fa a spiegare una sentenza simile al cittadino comune? E come può esserci risarcimento se per un evento simile, il caso Open Arms, il presunto sequestratore - cioè Matteo Salvini - è stato assolto?
- A Treviso una tifosa ha insultato un arbitro donna durante una partita di basket. Primo: è arrivato il momento di cacciare dai palazzetti mamme e tifosi che non riescono a rispettare gli arbitri, spesso ragazzi giovani: se insultassero loro figlio ogni volta che fa una scemenza in campo, questi uscirebbe con una valanga di improperi. Secondo: essendo una donna che insulta una donna, vedrete che la cosa passerà un po’ sotto silenzio. Niente ometto, niente patriarcato. Perché spesso a contare non è l’insulto in sé, ma chi lo pronuncia.
- Il ReArm Europe? “Dal punto di vista della comunicazione già chiamare un piano di difesa europeo ‘riarmo’ non è una buona scelta, mentre parlare di ‘difesa europea’ denota un concetto molto più grande. Se Von der Leyen gli cambiasse nome sarebbe sicuramente meglio”. Lo dice Dario Nardella e adesso sapete perché l’Europa è destinata a morire. Perché mentre da una parte Trump va avanti a suon di ordini esecutivi, legittimato dal voto popolare; e mentre la Cina spende e spande in armamenti; noi siamo qui che dibattiamo sul sesso degli angeli e ci chiediamo se un finanziamento da 800 miliardi per le armi vada chiamato “Riarmo” o “difesa”. Addio cara vecchia Ue.
- Ho letto le motivazioni con cui l’Ufficio centrale elettorale ha negato la candidatura a Calin Georgescu, il filorusso già vincitore delle elezioni in Romania. Beh: sono assurde. In sostanza si dice che, visto che la Corte Costituzionale lo ha sanzionato una volta, ritenendolo inadatto a guidare una democrazia per via delle presunte ingerenze russe e delle presunte irregolarità sui finanziamenti, accettarlo di nuovo al voto sarebbe illogico. In pratica, gli fanno un processo alle intenzioni senza che nei suoi confronti sia stata al momento neppure celebrata l’ombra di un processo con tutti i crismi del diritto di difesa. Ragazzi, siamo su una bruttissima strada.
- Eh no, care società di Serie A. È legittimo chiedere al parlamento di snellire le procedure per la realizzazione di nuovi stadi o il rifacimento di quelli esistenti. È sacrosanto invocare il diritto di cancellare le inutili barriere agli interventi, vedi l’illogica situazione creatasi a Milano. Però non potete chiedere anche un fondo per rinnovare gli impianti. Suvvia: davvero vi servono i soldi dei contribuenti con tutto quello che versate in stipendi a chi tira due pedate a un pallone? La soluzione è semplice: stadi di proprietà, con oneri di urbanizzazione. Tutto in mano al privato. E basta chiedere fondi per qualunque cosa, anche in settori dove di milioni ne girano a gogo.
- Allo Stato delle Cose non andrà ospite di Massimo Giletti il “propagandista” russo Vladimir Solovyev, considerato vicino a Vladimir Putin. A protestare era stata Pina Picierno, del Pd. Non so chi abbia bloccato la sua partecipazione: non lo so e poco mi interessa. Ma qui siamo veramente sotto i livelli di standard democratico e di libertà dell’informazione. Ha ragione da vendere il conduttore: “Per me è un’occasione persa, chi dice che avrei fatto propaganda non conosce la mia storia. Confrontarsi è una cosa, fare propaganda e diventare megafono di un altro è ben diverso e non mi appartiene”. Il problema, lo ripetiamo, non è chi viene intervistato ma “come” viene intervistato. I giornalisti, se potessero, dovrebbero cercare di chiedere a Satana se l’inferno è davvero così caldo come si dice. Protestare per l’intervista a Solovyev è una totale sciocchezza, così come lo è stato criticare la prima comparata tv di Lavrov poco dopo l’avvio dell’invasione russa in Ucraina.
- Guardate che stiamo prendendo una brutta china. In Germania la Cdu e la Csu stanno pensando di convocare una riunione straordinaria del parlamento uscente, quindi prima che sul nuovo Bundestag si riunisca per la prima sessione, in modo da approvare in fretta e furia centinaia di miliardi di spese militari e infrastrutturali. Il piano di spesa richiede per essere approvato una maggioranza di due terzi nel Bundestag. Maggioranza che Cdu e Csu hanno nel Parlamento uscente ma non in quello entrante, in cui dovrebbero chiedere l’appoggio della Linke che però non è disposto a dare luce verde alle spese militari. Ora. Magari da un punto di vista legale sarà anche teoricamente possibile.
Ma ignorare il voto degli elettori, che si sono già espressi modificando la composizione parlamentare, e approvare un provvedimento simile a babbo morto sarebbe davvero indecoroso. Indecente. E forse anche antidemocratico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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