Che scandalo il detenuto libero, occhio a Zaia e i Rolex: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: l'affido condiviso di Totti e Ilary, il leone sfuggito e la strage di Corinaldo

Che scandalo il detenuto libero, occhio a Zaia e i Rolex: quindi, oggi...
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- Certe cose accadono solo dall’altra parte del mondo. A Lahore un leone è sfuggito dal controllo del proprietario e si è avventato su una donna per poi rincorrere alcuni bambini. Tutto è bene quel che finisce bene. E noi che ci lamentiamo dei pitbull…

- Uno chef pubblica un annuncio di lavoro e scrive: evitare “comunisti e fancazzisti” oltre che “persone con problematiche di alto, droghe ed orientamento sessuale”. Poco carino? Sì. Scritto male in italiano? Altrettanto. Però signori miei: Paolo Cappuccio è libero di assumere chi vuole. Il suo errore, semmai, è stato esprimere pubblicamente le sue preferenze: avrebbe dovuto cassare dopo il colloquio tutti i comunisti, fancazzisti e, se vuole, pure i gay che ostentano il loro orientamento "in modo eccessivo” creando “problemi nella brigata”. Libero di farlo.

- La partita per il governo delle Regioni è enorme, sia chiaro. Ed è comprensibile che Fratelli d’Italia, primo partito di governo e in cima a tutti i sondaggi, rivendichi il diritto di governare qualche Regione. Però una cosa è avere consenso nazionale, un’altra quello locale come sa bene il M5S. Il rischio, cara FdI, è che facendo la guerra a Luca Zaia e agli altri governatori leghisti del Nord, alla fine ci si scotti. E finisca col favorire la sinistra. Occhio…

- Ehm, signori che ogni tre per due parlate del genocidio di Israele a Gaza, avete letto il rapporto britannico sul 7 Ottobre? Avete letto degli stupri subiti dalle donne israeliane, le stesse che le femministe nostrane escludevano dai loro cortei? Che pena.

- Il mondo è quel luogo bellissimo in cui Francesco Totti e Ilary Blasi ottengono l’affido condiviso dei Rolex. Ripeto: l’affido condiviso dei Rolex. Quando si dice: Ah, i valori di una volta…

- Ma è normale che un ragazzo condannato per aver provocato la morte di sei persone, cinque minorenni e una mamma, tutti innocenti, venga lasciato libero di andare a discutere la tesi di laurea senza neppure un agente? Il caso di Andrea Cavallari, uno dei membri della banda dello spray di Corinaldo, grida vendetta. Il giudice del Tribunale di Sorveglianza che ha autorizzato il tutto, e che non ha previsto la scorta di polizia, ha nulla da dire? E guardate che il ragionamento non riguarda solo i parenti delle vittime, le quali ora si ritrovano uno dei colpevoli della loro tragedia libero di girare chissà dove. Il problema riguarda il sistema. Oggi il patrigno di Andrea a Repubblica ha detto di non essere sicuro che il giovane si sia pentito di quello che ha fatto. “Non so neanche fino a che punto abbia realizzato del tutto quello che fatto quella sera, alla Lanterna Azzurra, e cioè che sei persone sono morte a causa sua”. Se neppure la famiglia era convinta del suo pentimento, possibile che i giudici lo abbiano dichiarato idoneo a un permesso di laurea senza scorta? Secondo: anche il patrigno ritiene che non farlo accompagnare da un agente sia stato un errore perché “è impensabile mandare un soggetto di quel tipo da solo, con noi che comunque non riusciamo a gestirlo”. Domanda: tutto questo, il giudice, non lo sapeva? Non sapeva che “la famiglia non riesce a gestirlo”?

- Ah, c’è gente che durante il Covid si è laureata da remoto con collegamento online. Però Cavallari, condannato in via definitiva, doveva per forza andare in Università. Vi pare normale?

- Vedremo se il caso di Piantedosi “respinto” dalla Libia di Haftar sia stato un errore di chi ha gestito il viaggio, pare il dossier fosse in mano all’Ue, o uno sgarbo bello e

buono. Quel che è certo è che un governo non può lasciar passare senza conseguenze.

- Il rinvio di un anno allo stop ai diesel Euro 5? Cosa buona e giusta. Ma non basta. L'auto è mia e decido io.

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