"Hanno chiesto di ritirarci". Candidature bloccate, scoppia il caso tra i 5 Stelle

Il partito grillino agitato dalla denuncia dell'avvocato campano Angelo Melone: "I vertici 5s mi hanno chiesto di ritirare l'autocandidatura" alle parlamentarie. E ci sarebbe anche un secondo caso

Conte mostra il simbolo M5s alle europee a "In mezz'ora"
Conte mostra il simbolo M5s alle europee a "In mezz'ora"
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Cinque stelle e mille pezzi. La concordia pentastellata in vista delle Europee rischia di andare in frantumi: un nuovo caso legato ad alcune esclusioni eccellenti dalla candidatura agita infatti il partito grillino, tra denunce, silenzi e sospetti. Al centro della questione, l'ex magistrato pugliese Francesco Mandoi e l'avvocato campano Angelo Melone, entrambi aspiranti candidati alle euro-parlamentarie grilline per il collegio Sud. Secondo quanto denunciato da quest'ultimo, entrambi sarebbero stati esclusi dalla lista dei nomi sottoposti poi al voto dei simpatizzanti 5s a seguito di presunte pressioni da parte dell'establishment pentastellato.

"I vertici del Movimento 5 Stelle mi hanno chiesto di ritirarmi dalla corsa, proprio nel giorno in cui il mio nome sarebbe stato messo ai voti sul portale M5S per le europarlamentarie", ha raccontato all'Adnkronos Melone, nominato nel 2021 console onorario del Congo in Italia. L'avvocato partenopeo aveva presentato la sua autocandidatura per concorrere alla corsa europea, ma a un tratto - stando alla sua denuncia - sarebbero intervenuti (più o meno direttamente) i capi del partito grillino per dissuaderlo da quella volontà. "Mi hanno chiesto, senza alcuna motivazione, di ritirare la candidatura. Anzi, hanno fatto recapitare questo messaggio da una parlamentare", ha sostenuto Meloni, riferendo di aver ricevuto ulteriori sollecitazioni da membri della segreteria del presidente 5s, Giuseppe Conte.

Questa la versione dell'avvocato e diplomatico: "Ho ricevuto messaggi da un suo strettissimo collaboratore, il quale mi sollecitava a inviare la mail contentente la rinuncia all'autocandidatura". Melone non avrebbe peraltro ottenuto specifiche motivazioni al riguardo, ma è pur vero che in questi casi è il partito ha il diritto di esprimere l'ultima parola. "Loro da statuto hanno la possibilità di escludere arbitrariamente qualsiasi persona", ha riconosciuto l'aspirante candidato. Certo, quell'atteggiamento ha destato il suo disappunto e i toni dello sfogo all'Adnkronos lo dimostrano. Quello di Melone non sarebbe peraltro un caso isolato. L'avvocato stesso ha infatti aggiunto: "Mi hanno riferito che stessa sorte sarebbe toccata all'ex magistrato salentino Francesco Mandoi, già sostituto procuratore presso la Direzione nazionale antimafia"

Mandoi si era candidato all'uninominale nel 2022 nel collegio di Bari ma non era stato eletto. Poi aveva manifestato la sua disponibilità a candidarsi all'Europarlamento, attraverso il sistema delle parlamentarie. "So che Conte in persona lo ha chiamato per chiedergli di farsi da parte" ha sostenuto Melone, come riporta l'Adnkronos. Contattato dall'agenzia di stampa, l'ex magistrato pugliese non ha rilasciato dichiarazioni. Un atteggiamento di riserbo è stato tenuto per ora anche dal partito grillino, che non ha commentato ufficialmente il caso. A quanto si apprende, tuttavia, le contestate decisioni sarebbero state adottate "in linea con le previsioni statutarie che consentono, fino al completamento dell'iter di formazione delle liste, di valutare o meno l'esclusione di candidati".

Sempre fonti vicine ai vertici pentastellati fanno sapere che sarebbero pervenute segnalazioni rispetto ai due candidati, che richiedono un approfondimento della loro posizione per quanto concerne la compatibilità con lo statuto e la Carta

dei valori del Movimento. Diversa l'interpretazione di Meloni, secondo il quale dietro la bocciatura preventiva ci sarebbero piuttosto "questioni di equilibri politici territoriali da mantenere".

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