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I capigruppo "ombra": così Bonaccini organizza una nuova corrente dei moderati

La minoranza Pd si riorganizza e punta su Piero De Luca e Simona Malpezzi come coordinatori tra Camera e Senato

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Dalla guerra in Ucraina all'alleanza con il Movimento 5 Stelle, passando per la giustizia: sono tante le divisioni all'interno del Pd. L'estate militante di Elly Schlein non ha prodotto risultati significativi e la minoranza dem è in movimento. In atto una vera e propria riorganizzazione in "Energia Popolare", la corrente guidata da Stefano Bonaccini. L'obiettivo del presidente dell'Emilia-Romagna è chiara: organizzare una nuova area per riformisti e moderati. Insomma, un porto sicuro per i "non movimentisti".

Bonaccini ristruttura la corrente moderata dem

Come evidenziato da Repubblica, Bonaccini ha deciso di puntare su due coordinatori tra Camera e Senato, due capigruppo "ombra" fondamentali per strutturarsi in Parlamento. Per Palazzo Montecitorio è corsa a due tra Simona Bonafè e Piero De Luca. La prima però avrebbe rinunciato, considerata la conferma come vice-capogruppo vicaria, lasciando strada libera al figlio del presidente della Regione Campania, uno dei principali avversari di Schlein. Per Palazzo Madama, invece, il ruolo è stato affidato a Simona Malpezzi, ex capogruppo dem fino all'elezione di Schlein. La segretaria le aveva preferito Francesco Boccia, tra i primi a salire sul suo carro.

Il responsabile dell'Organizzazione

Ma non è tutto. La corrente guidata da Bonaccini, battezzata a fine luglio a Cesena, avrà anche un responsabile dell'Organizzazione. La scelta è ricaduta sul deputato emiliano Andrea De Maria. L'obiettivo del presidente dell'Emilia-Romagna è quello di radicarsi in tutta Italia, allestendo un'organizzazione di responsabili regionali chiamati a coordinare la nuova area sui territori. Se l'estate militante di Schlein ha ottenuto grande visibilità, gli incontri e le iniziative di Energia Popolare si sono tenuti sottotraccia.

L'ambizione di Bonaccini è palpabile, come dimostrato dal grande attivismo delle ultime settimane. Dai comizi alle Feste dell'Unità, sta mettendo la faccia sui principali dossier politici, quasi a rivendicare un ruolo da protagonista nell'opposizione al governo Meloni. Una delle principali differenze interne al Pd riguarda l'immigrazione: se Schlein parla pressoché esclusivamente di ong, Bonaccini accende i riflettori sul possibile rischio tendopoli.

"Voglio dare una mano a Elly, mettere in discussione una segretaria appena eletta comunque con oltre un milione di elettori sarebbe come segare il ramo su cui siamo tutti seduti, dopodiché ci sto con le mie idee", aveva dichiarato pochi giorni fa nel corso di un evento a Lucca.

Priorità e idee diverse ma un'unica certezza, Bonaccini non ha intenzione di mollare: "Per farmi andar via dal Pd mi devono tirar le cannonate, piuttosto mi ritiro dalla politica".

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