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I finiani trombati finiscono al «Secolo»

Che Fin-accia. Fuori dal Parlamento, fuori dalla politica attiva, spesso anche fuori di casa. Alle ultime Politiche di febbraio hanno raccattato un misero 1% grazie al capolavoro politico del loro mentore, Gianfranco Fini, che ha polverizzato in vent'anni di carriera tre partiti politici: Msi, An e Fli. A lui va sempre bene, tanto il suo bell'ufficio a Montecitorio con segretaria personale da ex presidente della Camera, non glielo toglie nessuno. Così come pure un ricco vitalizio. E i suoi scagnozzi? Un piatto di minestra calda se lo sono comunque trovato: Gennaro Malgieri, Mario Landolfi, Silvano Moffa e Italo Bocchino - scrive Il Tempo - mancata l'elezione, sono tornati a fare i giornalisti. Inutili prima, inutili adesso. Nella redazione del loro ex giornale: Il Secolo d'Italia. E poco importa se lo storico quotidiano di destra, 14 giornalisti più tre poligrafici, attraversa una profonda crisi e ha dovuto persino rinunciare alla pubblicazione su carta nonostante 1,8 milioni di euro incassati nel 2010 come finanziamenti pubblici.

Assunti tutti come professionisti in aspettativa per motivi politici, i quattro hanno pensato bene - esercitando un loro diritto - di riprendersi il vecchio lavoro. Qualcuno, come Italo Bocchino, è sì tornato, ma in incognito, e sul giornale si firma Oreste Martino. Tolto Malgieri, che ha la qualifica di direttore, gli altri incassano uno stipendio da duemila euro.

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