I grillini criticano la tv ma invadono i tg

Il Movimento 5 Stelle attacca i media, ma uno studio rivela che in Rai è più presente di governo, Pd e Forza Italia

I grillini criticano la tv ma invadono i tg

RomaC'era un volta la tv brutta e cattiva, terreno di gioco e di potere dei partiti tradizionali. Era il tempo dei talk show da evitare come la peste, dei media tradizionali da demonizzare, dei comizi da tenere in piazza e trasmettere magari sul blog. Era il tempo in cui era in voga un adagio: «I grillini non vanno in tv, sono in tv», in quanto dettano l'agenda, fanno in modo che di loro si parli sempre e comunque.
Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti. La resistenza a oltranza nei confronti dei salotti televisivi, con tanto di furia di Beppe Grillo contro i ribelli - «il talk show uccide, digli di smettere», diceva prendendo spunto dal caso di Federica Salsi - si è gradualmente ammorbidita, fino alla fine dell'embargo, sia pure spesso con forme di distinzione come l'utilizzo dello studio «esterno». I parlamentari di M5S hanno iniziato a sperimentare le telecamere, a comparire a Porta a Porta a partire dall'intervista «chiusa» di Vito Crimi nell'aprile 2013, per poi diventare attori protagonisti di Servizio Pubblico, In mezz'ora, Virus o Otto e Mezzo, solo per citarne alcuni. Lo stesso fondatore negli ultimi giorni si è concesso due interviste, una su carta stampata su Repubblica, la seconda in tv, a Bersaglio mobile con Enrico Mentana.
I tempi, insomma, cambiano. E complice la vicinanza con le Europee si riaprono i canali di comunicazione più tradizionali. Una correzione di rotta fotografata in maniera chiara dalla rilevazione mensile del Centro di ascolto dell'Informazione radiotelevisiva, letta su Radio Radicale dal direttore Gianni Betto. Il monitoraggio relativo al periodo 22 febbraio-22 marzo sull'informazione del servizio pubblico radiotelevisivo svela un dato a sorpresa. I grillini, in forma diretta o indiretta, sono adesso i nuovi prezzemolini del tubo catodico: conquistano, infatti, la palma dei più presenti nei tg Rai e sono vicinissimi al Pd nella classifica delle presenze nei talk show.
I dati parlano chiaro. La visibilità di M5S nei telegiornali Rai è al 22,3%, a fronte del 16,9 del Pd, del 14,2 dei membri del governo, ministri e sottosegretari, del 14,1 di Forza Italia, del 7,3 del solo Renzi, del 4,7 di Ncd, del 2,9 del presidente della Camera, del 2,8 Fratelli d'Italia e del 2,6 della Lega. La presenza del Movimento 5 Stelle nei Tg Rai varia non di molto da testata a testa: sul Tg1 è al 22,7%, sul Tg2 al 21, sul Tg3 al 22,6%. Un risultato e un primato che colpisce e assume il sapore del paradosso se si pensa che soltanto due mesi fa, sul blog di Grillo compariva un post dal titolo: «Telegiornali Rai al servizio dei partiti».
Se dai tg si passa ad analizzare il dato relativo alle trasmissioni Rai il dato cambia di poco. In testa a questa classifica c'è il Pd al 24,2%. Il Movimento 5 Stelle tallona, però, gli esponenti di Via del Nazareno a breve distanza, con un ottimo 22%.
In terza posizione c'è Forza Italia al 15,5. Poi a seguire i membri del governo al 9%, il presidente del Consiglio al 6% e Ncd al 4,4. Come dire che il bavaglio a lungo denunciato dal movimento pentastellato sembra ormai essere stato definitivamente sostituito da un microfono. E chissà che di questo passo Grillo non finisca per ritrovarsi seduto nel salotto del suo nemico giurato Fabio Fazio.


Una comparsata che potrebbe perlomeno rompere la monotonia degli inviti a senso unico, visto che a Che tempo che fa nelle ultime tre settimane sono stati ospiti in sequenza Matteo Renzi, Pier Luigi Bersani e Walter Veltroni. Una vera e propria trasformazione dello show di prima serata di Rai Tre in una succursale di YouDem Tv.

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