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I primi sì al ddl lavoro È passato al Senato il "nuovo" articolo 18

Il governo pone la fiducia su quattro temi: flessibilità in entrata e in uscita, ammortizzatori e formazione. Resta il nodo degli esodati

I primi sì al ddl lavoro È passato al Senato il "nuovo" articolo 18

Il Senato ha approvato le fiducie poste dal governo al ddl di riforma del mercato del lavoro. Il maxi emendamento sul "nuovo" articolo 18 è stato approvato con 247 voti a favore, 33 contrari e un solo senatore astenuto. Il maxiemendamento che contiene i nuovi ammortizzatori sociali, tra cui l’Aspi, è passato con 246 voti favorevoli e 34 contrari.

Il governo aveva posto la fiducia su quattro maxiemendamenti: flessibilità in entrata, flessibilità in uscita, ammortizzatori e formazione. Gli emendamenti, conterranno il testo "approvato dalla commissione con le sole necessarie modifiche di coordinamento normativo e alcune necessarie divisioni relative alle clausole di natura finanziaria". Entro domani il voto.  Il ministro del Welfare, Elsa Fornero, è tornata a difendere la riforma, in particolare per quanto riguarda uno dei temi più dibattuti: l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. "Non lo abbiamo distrutto perché è un valore", spiega il ministro, "ma ne abbiamo limitato alcune applicazioni eccessivamente punitive nei confronti dell’attività dell’impresa e quindi in definitiva dei lavoratori e della loro occupabilità".

Resta però il nodo degli esodati, quelli cioè che hanno accettato la mobilità prima della pensione e che con la riforma si trovano senza assegno per qualche anno. La commissione Lavoro della Camera sta infatti cercando insieme ai sindacati una soluzione.

Nel complesso, però, per la Fornero la riforma è stata "migliorata" dal Parlamento, ma "le norme vanno interiorizzate o rischiano di restare una lettera morta". Per evitare che venga applicata, quindi, il governo ha previsto un "monitoraggio, con la consapevolezza che, in materie come questa, non ci sono dogmi da difendere e che bisogna essere pronti, se necessario, cambiare". Il ministro ripete che il ddl non serve ai mercati, ma per "riprendere un percorso di crescita". Per questo motivo, "non è una bacchetta magica, che possa risolvere tutti i problemi del Paese", ma serve "a tracciare un percorso di recupero della dignità, attraverso la riappropriazione di un futuro di crescita".

Arrivando alle critiche - e in particolare alle accuse di non aver fatto molto per sostenere l'occupazione femminile - la Fornero si è detta contraria alle norme ad hoc per le donne perché il rischio è quello di "ghettizzarle" e ha aggiunto che il governo ha dovuto fare i conti "con il vincolo insuperabile dei vincoli finanziari".

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