I vescovi salgono in cattedra: «Fedeli ignoranti sulla pillola»

I vescovi salgono in cattedra:   «Fedeli ignoranti sulla pillola»

C'è un'ignoranza di fondo dei cattolici sull'insegnamento della Chiesa in tema di famiglia e vita. E il Sinodo dei vescovi che si riunirà a ottobre dovrà fare i conti con una fotografia del vissuto concreto dei fedeli, spesso diversa da quanto previsto dalla dottrina. La discrepanza emerge dai questionari inviati ai fedeli di tutto il mondo sulle tematiche legate a matrimonio, coppie di fatto, divorziati risposati, uso dei contraccettivi, e contenuti nell'Instrumentum Laboris per il Sinodo, il documento di lavoro su cui dovranno confrontarsi i vescovi, presentato ieri in Vaticano. «Si riscontra una scarsa conoscenza dell'insegnamento della Chiesa», ha riferito il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo.
La Chiesa dunque prende coscienza del fenomeno, interrogandosi sulle risposte da dare. La dottrina non cambia, ma il punto di partenza sì. E l'apertura appare più forte. Quella voluta da Papa Francesco è una Chiesa in cammino, che - pur essendo un ospedale da campo - vive con i fedeli. È il volto della misericordia su cui il Pontefice scommette: misericordia verso i divorziati, nessuna discriminazione verso gli omosessuali, accoglienza. «Tanti cristiani manifestano difficoltà ad accettare integralmente» la dottrina della Chiesa su matrimonio e famiglia, si legge sull'Instrumentum Laboris su tematiche quali «controllo delle nascite, divorzio e nuove nozze, omosessualità, convivenza, fedeltà, relazioni prematrimoniali, fecondazione in vitro».
Uno dei temi più forti è quello legato all'uso dei contraccettivi. «Nelle aree di forte secolarizzazione - si legge - in genere le coppie non ritengono peccato l'uso dei metodi anticoncezionali; di conseguenza, si tende a non farne materia di confessione e ad accostarsi senza problemi all'Eucarestia». Diverso il caso dell'aborto, ritenuto «peccato estremamente grave».
I fedeli faticano a «cogliere la distinzione tra i metodi naturali di regolamentazione della fertilità e la contraccezione». «Da ciò - prosegue il testo - si comprende perché tale distinzione venga sentita come pretestuosa e i metodi “naturali” vengano ritenuti semplicemente inefficaci e impraticabili». Necessaria una distinzione tra le diverse zone del mondo. In particolare quando si parla di Aids/Hiv. «Si sente il bisogno che la posizione della Chiesa a questo proposito venga spiegata meglio, soprattutto di fronte a talune riduzioni caricaturali dei media». Per questo risulta necessario «accompagnare drammi che segnano profondamente la vita di innumerevoli persone».
Riguardo all'annoso tema della comunione ai divorziati risposati, «la Chiesa si sente interpellata a trovare soluzioni compatibili con il suo insegnamento», ha detto Baldisseri. Da qui la necessità di «semplificare e snellire i procedimenti giudiziali di nullità matrimoniale». La risposta della Chiesa è quella di «accompagnare le persone che hanno subito un fallimento matrimoniale» senza essere un «giudice che condanna».
In tema di coppie omosessuali, la posizione resta quella del rifiuto. A ogni modo, occorre una pastorale di accompagnamento, soprattutto verso i figli. «Nel caso in cui le persone che vivono in queste unioni chiedano il battesimo per il bambino, le risposte, quasi all'unanimità, sottolineano che il piccolo deve essere accolto con la stessa cura, tenerezza e sollecitudine che ricevono gli altri bambini».

La sfida del Sinodo di ottobre sarà di offrire risposte ai fedeli che vivono in certi contesti e riflettere su come annunciare l'insegnamento della Chiesa. Ma siamo solo all'inizio di un percorso che si concluderà nel 2015, con il secondo Sinodo dedicato al tema.

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