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Iban, passeggini e cravatte: debutto a Palazzo

Caso stipendi: molti grillini non danno il numero del conto. E la neodeputata Grande si perde

Iban, passeggini e cravatte: debutto a Palazzo

Roma - A caccia di sconosciuti davanti a Montecitorio. Una cosa che è già cambiata nei Palazzi del potere è che un tempo cronisti e telecamere cercavano i big della politica; oggi invece guardano con concupiscenza ogni volto anonimo, ogni ragazzotto con trolley e giacchetta d'occasione. È la caccia al «cittadino» grillino, bellezza. Perché è lui la vera star del primo giorno di scuola nel Palazzo per eccellenza espugnato per la prima volta da questo oggetto misterioso per il quale ci vorrebbe un apposito ufficio-facce. Così accade che un giornalista abbordi un collega, o un passante e gli chieda notizie sempre le stesse sull'alleanza con il Pd.

È il primo giorno di una nuova era, il clima è elettrizzante. Le Camere aprono per battezzare una legislatura forse nata già morta. Ma non importa, il valzer della democrazia è inarrestabile: impronte digitali, tesserini, password. Chi non è venuto bene nella foto del badge si consoli: forse tra tre mesi di scatto ne farà un altro. E magari con quel filo di abbronzatura che aiuta la fotogenia. Un problema che non ha Marta Grande, miss 5 stelle, che però si impappina e non trova l'uscita. I commessi la aiutano volentieri. I «5 stelle» stanno al gioco: la giacca ce l'hanno, anche i recalcitranti come il piemontese Mirko Busto, che giorni fa aveva così postato su Facebook: «Ma devo proprio mettere la giacca??». Cravatte tante, qualcuna portata un po' lasca come detta la moda e come il regolamento delle Camere - che hanno conosciuto anche i laccetti da cowboy del leghista Speroni - non vieta; una con logo No Tav, quella di Francesco Scibona, cittadino senatore. C'è anche un passeggino, quello del figlio della cittadina deputata Gessica Rostellato, spinto dal marito. Il fatto è che sono di buon umore, i ragazzi che si iscrivono al grande circo della politica. Il messinese Francesco D'Uva, 26 anni, fa il falso modesto: «Siamo deputati precari, due mandati e via». Il romano Andrea Zaccagnini è didascalico: «Oggi è una bella giornata, i cittadini entrano nelle istituzioni». Il problema è come e quando ne usciranno.

I commessi e gli impiegati di Montecitorio trattano i nuovi come degli animali esotici e quindi con cautela. Tutto fila liscio, però. Chi si aspettava gesti situazionisti, spettacoli d'arte varia, resta deluso. L'unico incidente è il rifiuto di molti di dare il proprio Iban, che significa autorizzare quel demonio dello Stato a versare dei soldi sul proprio conto: si attendono delucidazioni dal vertice. Ecco Roberta Lombardi, ormai quasi una star, piglio da leaderina: «Sì a un dialogo con il Pd purché in trasparenza». Un'apertura? Giammai! «Nessuna fiducia, lo escludo categoricamente. Se c'è chi deciderà di farlo sarà fuori dal movimento». Più tardi si leggerà sul sito di Vanity Fair che la bionda grillina romana nel 2009 aveva pesantemente criticato la gestione del movimento da parte del comico genovese: «Quando Grillo - aveva scritto online - mi ha apostrofato con “Dov'è quella ragazza che vuole leggere quella cosa?”, mi sono sentita come una bambina che smania per leggere la poesia di Natale». E poi: «Ho capito che a me di Grillo piace il programma, ma il metodo con cui si sta muovendo mi fa decisamente schifo». Una crisi evidentemente passeggera, ma uno sfogo coerente con molti dubbi di militanti del M5S.

Poche centinaia di metri più in là, davanti al Senato, l'altro capogruppo Vito Crimi si alliscia la barbetta sale-e-pepe e alla domanda se l'Italia possa belgizzarsi, ovvero prosperare senza un governo per un anno e mezzo, risponde placido, nel suo siculo-bresciano: «Sì, perché no? Non sta a noi la soluzione, la palla è al presidente Napolitano. La nostra proposta è un governo a 5 stelle. E se vogliono darci la presidenza della Camera diciamo grazie». Sulle cravatte magari c'è da lavorare ma sull'educazione no. Educazione che manca invece a Walter Vezzoli, l'autista e tuttofare di Grillo. Lui parlamentare non è ma in questo grande giorno vuole comunque dare un consiglio ai «cittadini»: «Devono starCi a 3 metri di distanza... Sennò Ci infettano! Hasta! ...

Brutta gente». Come si dice in Costa Rica «cominciamo bene»?

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