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Immigrati, tragedia senza fine: braccio di ferro sulle politiche migratorie

Bonino inerme davanti alla strage: "Non c'è soluzione miracolosa". La Ue mette l'Italia sul banco degli imputati. Vendola: "Smettetela di commuovervi per le parole del Papa"

Immigrati, tragedia senza fine: braccio di ferro sulle politiche migratorie

La tragedia di Lampedusa, la più devastante strage di immigrati a cui l'Italia abbia mai assistito inerme, riaccende un'emergenza che l'attuale governo sembra non voler vedere. Non appena è arrivata la notizia, la politica è accorsa sull'isola siciliana primo avamposto italiano preso di mira dagli scafisti che riversano sulle coste italiane migliaia di clandestini e profughi. "Gli esodi non hanno una soluzione miracolosa - commenta il ministro degli Esteri Emma Bonino - altrimenti l’avremmo già trovata". Se da una parte il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano invita a mettere mano alle politiche migratorie rivedendo le leggi che regolamentano l’asilo, la Lega Nord ha accusato il presidente della Camera Laura Boldrini e il ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge di avere una "responsabilità morale" sula strage. In realtà il vero colpevole di questa inenarrabile strage è proprio quell'Unione europea che non sa fare altro che scaricare le responsabilità e muovere accuse al governo italiano.

Il Paese ammutolisce. Il numero dei morti che cresce di ora in ora, le immagini dei cadaveri stesi lungo la spiaggia, le lacrime dei soccorritori che davanti alle centinaia di immigrati in mare hanno iniziato a scorrere. Il premier Enrico Letta convoca subito il ministro dell'Interno Angelino Alfano. "È una tragedia immane", dice il capo del governo. Alfano fa saltare la riunione con i ministri pidiellini, convocata all'indomani del voto di fiducia che ha messo in crisi il Pdl, ed è subito volato a Lampedusa per coordinare i primi soccorsi. A Montecitorio il capogruppo del Pdl Renato Brunetta anulla l'assemblea del gruppo. "È una tragedia troppo grande per poterci dedicare alle vicende interne al nostro partito - spiega Silvio Berlusconi - siamo addolorati". A Palazzo Madama i senatori si chiedono come mai l'Italia non sia "più nemmeno in grado di garantire la carità cristiana" mentre l’Unione europea rinfaccia a Roma di "non avere mezzi adeguati". Da Bruxelles non mancano le dichiarazioni di vicinanza e cordoglio. Dichiarazioni tardive che non cancellano un dolore senza precedenti. Il centrodestra non usa mezze parole nel rinfacciare all'Unione europea le proprie colpe: da mesi gli euroburocrati assistono impassibili a tragedie che ormai hanno una spaventosa cadenza quotidiana e coinvolgono persone innocenti. Da diversi mesi, infatti, il Pdl chiede un intervento più deciso lungo le coste del Nord Africa. Berlusconi chiama in causa "l'ignavia di un'Europa assente e perfino indifferente di fronte a un dramma che l'Italia è lasciata sola ad affrontare". Da qui l'invito mosso da Schifani al governo italiano affinché porti avanti, a livello europeo, un’iniziativa forte per fermare le stragi. Eppure l'Unione europea non vuole sentire ragioni. Giusto ieri il Consiglio d'Europa ha rinfacciato all'Italia di aver preso misure "sbagliate o controproducenti" er gestire i flussi migratori. In un rapporto approvato all'unanimità, Strasburgo ha criticato i rimpatri forzati dei clandestini, la gestione dei centri di prima accoglienza, la linea di dichiarare sempre lo stato d'emergenza per "adottare misure straordinarie al di la dei limiti fissati dalle leggi nazionali e internazionali". Non solo. Pur ammettendo che l'Italia è ormai una vera e propria calamita per l'immigrazione clandestina, ha anche rinfacciato al governo di aver preso misure che "non hanno convinto gli altri paesi membri della Ue a condividere la responsabilità". Un'ammissione di lassismo e inefficienza che lascia a dir poco esterrefatti.

Dopo lo sgomento, in parlamento monta anche la rabbia. Raccogliendo l'invito di papa Francesco, che anche oggi parla di "vergogna", Rosy Bindi chiede al governo e al parlamento di intraprendere "un’iniziativa politica di ampio respiro" che coniughi "l'accoglienza alla lotta alla tratta degli esseri umani". Una richiesta ampiamente condivisa anche da entrambi i presidenti delle Camere, Grasso e Boldrini. "Smettiamola di commuoverci per le straordinarie parole del Papa - incalza il leader del Sel Nichi Vendola - se poi facciamo finta di non capire che i cadaveri di oggi non sono frutto di un naufragio, ma di una logica economica e politica sciagurata". Mentre la sinistra invoca nuove politiche di accoglienza, il leghista Gianluca Pini, chiama in causa proprio la Boldrini e la Kyenge accusandole di avere "sulla coscienza tutti i clandestini morti in questi ultimi mesi". "La loro scuola di pensiero ipocrita che preferisce politiche buoniste alle azioni di supporto nei paesi del terzo mondo - tuona - porta a risultati drammatici come questi". Dopo aver stigmatizzato duramente le dichiarazioni di Pini ("Sono il punto di non ritorno"), il ministro all'Integrazione coglie subito al volo l'occasione per invitare a "non aspettare altre tragedie" prima di "dare una risposta" all'emergenza umanitaria. In realtà, come invita la deputata Mara Carfagna, il problema dovrebbe essere affrontato al più presto, "senza pregiudizi ideologici né convenienze elettoralistiche".

Insomma, i morti di Lampedusa non devono essere il vessillo per abolire la Bossi-Fini, ma la spinta ad aprire un dialogo costruttivo con l'Unione europea che ha il dovere (politico e morale) di intervenire.

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