Un mezzo rinvio per la prima vera decisione del governo Letta. Ma «senza nessuna divergenza» - assicurano fonti governative. Il Consiglio dei ministri si è riunito ieri per la prima volta con l'intenzione di varare la sospensione dell'Imu e il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, ma alla fine i due provvedimenti sono solo stati illustrati dal ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni.
Ufficialità a parte, il primo consiglio di Letta non è andato liscio. Sull'Imu il ministro dell'Economia avrebbe fatto presente le difficoltà che potrebbero arrivare dall'Europa, fino a ipotizzare un accantonamento del primo stop. Ipotesi contro la quale si sono mobilitati i ministri del Pdl.
Alla fine è stata raggiunta un'intesa per approvare il pacchetto che comprende l'imposta sulla prima casa e i sussidi per i cassintegrati, con un rinvio all'inizio della prossima settimana. È stato anche preso l'impegno previsto a ridefinire l'imposta «entro 100 giorni dalla data di scadenza della prima rata», ha spiegato Saccomanni. Quindi entro settembre ci sarà la riforma definitiva. Soluzione che soddisfa anche Silvio Berlusconi. «Il blocco arriverà nei prossimi giorni» e la restituzione delle rate 2012 «è un'ipotesi che vorremmo il governo realizzasse». L'Imu è «dannosa perché la casa è qualcosa di sacro. C'è stata una diminuzione del prezzo delle abitazioni, si sono fermate le compravendite e si è fermata per almeno il 50% l'edilizia immobiliare».
Il via libera allo stop della rata dovrebbe arrivare lunedì o martedì. In mezzo c'è la due giorni informale tra il premier e i ministri all'Abazia di Spineto in Toscana. E, soprattutto, lunedì, ci sarà l'Eurogruppo, il primo di Saccomanni.
La bozza di ieri prevede il rinvio della rata di giugno dell'Imu a settembre e solo per la prima casa. Restano esclusi i capannoni e i negozi, nonostante le pressioni arrivate da Pd, Pdl e dagli industriali, in particolare Rete imprese italia, che vorrebbe fossero considerati come beni strumentali.
In tutto il rinvio dell'Imu vale due miliardi che non serve coprire. Da coprire gli 1,5 miliardi il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga. Ed è questo uno dei principali punti che hanno fatto decidere per il rinvio. Per una piccolissima parte sarà finanziata con «l'eliminazione dello stipendio dei membri del governo con status di parlamentare». Porterà allo stato risparmi per circa quattro milioni di euro all'anno.
Saccomani, in un'intervista televisiva, ha escluso una manovra «un nuovo aumento delle tasse» e anche, «nel modo più assoluto», un prelievo forzoso. Ci sarà invece una revisione delle agevolazioni fiscali. Dopo i primi provvedimenti, sarà il turno dell'iva di luglio, dal 21 al 22%, che il governo vuole evitare+. «Questo è il nostro obiettivo», ha assicurato. E, comunque, il paese non rischia il default. Rispetto al 2011 «la situazione è completamente diversa».
Alla vigilia del suo primo vero Consiglio dei ministri, Letta non ha nascosto le difficoltà. «Comincia un cammino, non so quanto sarà lungo.
Ma so che io, i miei ministri e i miei collaboratori ce la metteremo tutta e cercheremo di fare di tutto perché l'Italia riparta», ha detto prendendo, fuori programma, la parola all'assemblea di Rete imprese Italia. Un accenno del premier anche alle vicende Ue. «Vogliamo un'altra Europa: quella di oggi non è in grado di rispondere ai problemi», ha spiegato agli imprenditori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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