Roma - Il Partito democratico e Scelta civica cavalcano le tesi «tecniche» della Ragioneria e mettono in difficoltà governo e Pdl. Ieri al primo tavolo tecnico su Imu e Iva non sono arrivate proposte concrete del governo a parte un dossier molto generico sulle due imposte e sulle difficoltà a trovare coperture redatto da Vieri Ceriani (ex sottosegretario, già consulente di Vincenzo Visco). In compenso per tutta la giornata il Pd ha fatto capire di non voler concedere al centrodestra la «vittoria» di una riforma sull'imposta. Lo stesso Matteo Colaninno, responsabile economia dei democratici, al tavolo ha accusato il Pdl di volere fare «campagna elettorale» sull'Imu. Tesi simili da due esponenti del governo Pd doc come Stefano Fassina, viceministro all'Economia, e Graziano Del Rio, ministro agli Affari regionali. Tensioni che covano da giorni e che ieri si sono riprodotte al vertice. «La nostra convinzione è che l'intervento sull'Imu serva assai poco a rilanciare l'economia e abbiamo ribadito l'urgenza di intervenire sul costo del lavoro», ha spiegato Lidia Lanzillotta, che rappresentava il partito di Monti al tavolo.
Il metodo scelto dal governo prevede che si facciano dei tavoli bilaterali e poi una plenaria per fare «una sintesi» che spetterà al ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni. «Noi - ha spiegato Renato Brunetta - abbiamo già consegnato le nostre proposte e abbiamo la coscienza a posto. Aspettiamo i partner di coalizione».
Novità, e non positive, anche sull'Iva. Diventa sempre meno praticabile introdurre coperture alternative al rinvio dell'aumento di luglio. Possibile quindi che l'aumento degli acconti previsto dal decreto, resti insieme alle altre coperture, in particolare la tassa sulle sigarette elettroniche.
Intanto il Tesoro ha fatto il punto sui debiti della pubblica amministrazione. Ci sono 15,7 miliardi di euro pronti per le imprese creditrici, ha annunciato Saccomanni. In parte sono stati già erogati - anche se per il momento non è possibile stabilire quanti - ma la tranche di denaro che il governo deve mettere a disposizione di regioni, province e comuni per il 2013 è già praticamente esaurita. L'obiettivo dei 20 miliardi entro quest'anno è a portata di mano e già si pensa ad un accelerazione per anticipare, totalmente o in parte, la quota del 2014. «Non vedo ostacoli di carattere politico, solo tecnico-operativo», ha spiegato il ministro dell'Economia.
In cima alla lista delle regioni che hanno ricevuto trasferimenti dal Tesoro, il Lazio che, tra debiti sanitari e non, ha incassato proprio ieri 1,7 miliardi di euro, ai quali si aggiungono quasi 30 milioni di margini di spesa in deroga al patto di stabilità. Seguono il Piemonte, con 1,2 miliardi e la Campania con 531 milioni.
Intanto il governo cerca di trovare una soluzione sul finanziamento pubblico ai partiti. Ieri si è tenuto un vertice tra i relatori e il ministro alle Riforme Gaetano Quagliariello per trovare un'intesa sugli emendamenti al ddl.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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