Iva e Imu, è battaglia: il rinvio non basta

Il Pdl: "Serve una riforma complessiva". Il nodo dell'imposta sulla casa

Il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni
Il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni

RomaIniziano oggi (ma solo perché ieri dominava il voto amministrativo) due settimane di fuoco per le riforme economiche. L'esordio non è dei più facili visto che questa mattina si terrà un vertice governo-maggioranza che si annuncia movimentato. I capigruppo di Pd e Pdl dovranno illustrare i loro orientamenti al premier Enrico Letta, al viceministro Angelino Alfano e al ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, in vista dei prossimi appuntamenti di politica economica. I più vicini, che sono nell'ordine gli sgravi sul lavoro e le semplificazioni a vantaggio delle aziende, arriveranno al Consiglio dei ministri questa settimana o a metà della prossima. Poi quelli più spinosi, in primo luogo lo stop all'aumento dell'Iva dal 21 al 22% che scatterà in luglio e la riforma dell'Imu. Infine il taglio del costo del lavoro.

Il Pdl è intenzionato a dare battaglia e chiederà che le scelte chiave siano collegiali. In particolare il capogruppo alla Camera Renato Brunetta proporrà che su Iva e Imu si facciano scelte definitive. No a un semplice rinvio dell'aumento dell'imposta su beni e servizi che deve rimanere stabilmente al 21%. Poi riforma complessiva dell'imposta sugli immobili che escluda la prima casa e misure per l'occupazione giovanile. Senza rinunciare al taglio del cuneo fiscale, per il quale il Pdl indica una copertura che è già in vigore e non compromette i tagli a Iva e Imu: «Le norme esistono già - ha spiegato ieri Brunetta - e sono contenute nella Legge di Stabilità per il 2013», con la quale si istituiva un fondo da destinare alla «concessione alle imprese di un credito di imposta per la ricerca e lo sviluppo, nonché per la riduzione del cuneo fiscale, finanziato mediante le risorse derivanti dalla progressiva riduzione degli stanziamenti di parte corrente e di conto capitale destinati ai trasferimenti e ai contributi alle imprese».
Il taglio agli incentivi delle imprese, quelli individuati dal piano Giavazzi, è parte delle coperture individuate in questi giorni dalla Ragioneria generale dello stato, insieme ad altre, in primo luogo la revisione delle agevolazioni fiscali. L'onere di trovare la copertura rimane al ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni.

Anche il Pd si prepara a dare battaglia, su posizioni apparentemente simili a quelle del Pdl. Ma il clima non è quello idilliaco che si respirava ai tempi dell'ultima legge di Stabilità del governo Monti, riscritta dai relatori Pd e Pdl. I democratici vogliono fare dello stop all'aumento dell'Iva una bandiera. «Sarà una nostra grande battaglia», ha annunciato ieri Matteo Colaninno, appena nominato da Guglielmo Epifani responsabile economia del partito.

La questione, ha sottolineato, «sarà strettamente legata» alla «partita dell'Imu». In altre parole, tutti sono d'accordo sullo stop all'aumento dell'Iva, ma il Pd vuole farlo ammorbidendo la riforma dell'Imu. Se le posizioni rimarranno queste, tra i due maggiori partiti della coalizione sarà scontro.

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