Iva e Imu, Letta e Saccomanni a caccia di soldi

RomaArchiviata per il momento la pratica riforme, il governo si prepara a due settimane di fuoco sull'economia. Le ultime due giornate sono state dedicate alla copertura e non per una singola legge. Alla Ragioneria generale dello Stato è stato dato il compito di trovare una copertura generica, per tutti i prossimi provvedimenti. Le ultime giornate lavorative dei tecnici del dicastero sono state dedicate a quella che è stata definita una due diligence, alla quale seguirà un menù da sottoporre al premier, di tagli «selettivi» e rimodulazioni di imposte. Ad esempio riforma delle tax expenditures, la giungla di 700 agevolazioni fiscali che costano ogni anno 260 miliardi ed erano finite già nel mirino del governo Berlusconi.
Ieri pomeriggio il neoragioniere Daniele Franco è stato ricevuto, insieme col ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni dal premier Enrico Letta proprio per fare il punto sulle coperture che serviranno a finanziare i prossimi provvedimenti.
Intanto un primo segnale sul lavoro. Non il taglio del cuneo fiscale, cioè del costo del lavoro, che chiede con insistenza Confindustria (ieri lo hanno fatto i giovani al convegno di Santa Margherita ligure). Ci sarà un segnale in direzione della decontribuzione e della riduzione della pressione fiscale sul lavoro per le nuove assunzioni, ma i primi sconti arriveranno, nella migliore delle ipotesi, il prossimo anno. Scadenze più ravvicinate per i cambiamenti alla riforma Fornero che, come previsto, dovrebbero riguardare principalmente apprendistato e contratti a termine. La scommessa di Letta è di arrivare con un primo pacchetto al Consiglio europeo di fine mese.
Al vertice di Palazzo Chigi era presente anche il ministro agli Affari regionali Graziano Delrio, perché l'esecutivo ha anche iniziato il percorso della riforma dell'Imu. Ieri si è tenuto il primo incontro interministeriale guidato dal viceministro Luigi Casero, al quale è stato affidato il dossier sul superamento dell'imposta. L'incontro di ieri è servito solo a delimitare i confini della riforma. Sul tavolo, per il momento, restano tutte le ipotesi: da una riforma complessiva che investa anche le altre tasse locali - compresa la Tarsu - a un provvedimento meno radicale, che lasci in vita l'imposta sugli immobili, modificandola.
Sul «come», però, è ancora battaglia. Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni si è pronunciato pubblicamente per la versione soft, cara al Partito democratico. Una «rimodulazione dell'imposta delle fasce più basse del Paese». Ma, più che il punto di caduta, quello del ministro potrebbe essere quello di partenza di un prevedibile braccio di ferro, dentro e fuori dal governo, con il Pdl, che insiste per un intervento più radicale.
Prima dell'Imu in ordine di tempo viene però l'Iva, che è stato uno degli argomenti trattati ieri al vertice Letta-Saccomanni-Franco.

Come per il lavoro, il governo deve prendere una decisione entro il mese, prima che scatti l'aumento dell'aliquota ordinaria dal 21 al 22%. E l'ipotesi più quotata resta quella di aumenti selettivi per alcuni prodotti.

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