Iva, stangata d'estate: costerà 103 euro a famiglia

RomaLa stangata dell'Iva peserà sulle famiglie e farà calare i consumi. Di lì a poco, per un effetto che ormai solo i fan delle tasse a tutti i costi ignorano, si farà sentire sui conti pubblici in modo opposto rispetto a quello previsto: con un calo del gettito fiscale.
La prossima stangata scatterà il primo luglio, quando l'aliquota ordinaria dell'Iva salirà dal 21 al 22%. Secondo la Cgia di Mestre per il 2013 il costo complessivo a carico dei consumatori sarà di 2,1 miliardi di euro che saliranno a 4,2 miliardi nel 2014, con un aggravio medio annuo che sarà di 103 euro nel caso di una famiglia di quattro persone e di 88 euro per un nucleo di tre persone.
L'alternativa alla stangata (che è calcolata tenendo conto dei un livello costante di acquisti da parte delle famiglie) è il calo dei consumi. Il calcolo in questo caso è della Coldiretti che, già con il precedente aumento dell'Iva, ha calcolato una diminuzione delle vendite al dettaglio del 3,8 per cento nel primo bimestre dell'anno, con un calo del 2,9 per cento per gli alimentari e del 4,3 per cento per i non alimentari.
L'innalzamento dell'aliquota «avrebbe ulteriori effetti depressivi sui consumi con risultati opposti a quelli che si intende ottenere sulle casse dello Stato», ha spiegato l'associazione degli agricoltori, preoccupata in particolare per le ricadute in alcuni settori che risentono della crisi più degli altri. Come quello del vino che deve già fronteggiare un drammatico calo dei consumi interni di circa 22,6 milioni di ettolitri solo nel 2012, il livello più basso dall'Unità d'Italia. L'imposta sui beni e sui servizi è uno dei punti caldi del programma del nuovo governo. L'aumento, insieme agli altri capitoli della stangata estiva, rischia di compromettere la ripresa, tanto che anche il governo Spagnolo - che ha una situazione dei conti peggiore rispetto alla nostra - ha deciso di rinunciare ad un aumento dell'Iva.
La copertura da trovare è di due miliardi. Altri 4 servono per l'Imu e uno per la Tares.

Poi ci sono le spese inevitabili, ma che non sono conteggiate nei conti del governo Monti. Un'equazione difficile da risolvere per il prossimo governo dell'Economia. Che renderà inevitabile la rinegoziazione degli impegni di finanza pubblica presi con l' Ue.

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