C’è chi sostiene che l’Italia sia ostaggio da anni di una gerontocrazia inchiodata alle proprie poltrone, schiava della logica della cooptazione e dell’appartenenza. E chi ribatte che se ci sono così tanti sessantenni, settantenni e ottantenni nei posti di potere dipende semplicemente dal fatto che questi ultimi sono più bravi. Punti di vista.
Di certo nessuno può affermare che il nostro Paese sia campione del mondo di ricambio generazionale, considerato che l’età media dell’attuale governo è di 64 anni, quella dei senatori è di 57 anni e quella dei deputati 54. Ma al di là dell’aspetto anagrafico, l’altro elemento che colpisce è il costante tentativo di trasformare un’elezione in Parlamento in una sorta di assunzione a tempo indeterminato. Sì, perché nonostante lo tsunami rappresentato da Tangentopoli e il forzato ricambio per via giudiziaria di buona parte della nostra classe politica, non mancano i deputati e i senatori dalla infinita militanza, politici che hanno dimorato nei palazzi più di 20 o 30 anni e non hanno nessuna intenzione di avviare le pratiche per la pensione.
«Il parlamentare? Un bellissimo lavoro, peccato che sia un po’ precario, ci vorrebbe una bella regolarizzazione » scherzava qualche giorno fa un deputato in Transatlantico, nel corso di una discussione sul classico argomento da fine legislatura: il computo delle possibilità di rielezione. In effetti mai come questa volta il timore di un ampio turnover è forte e sentito nella compagine degli eletti. Questi ultimi mesi rischiano, infatti, di rappresentare il passo d’addio per molti parlamentari e le percentuali di riconferma - molto elevate negli anni passati- sembrano destinate a un drastico calo.
Ci sono alcuni dati da tenere in considerazione. Nell’attuale legislatura solo 251 deputati su 630 e 103 senatori su 315 siedono in Parlamento da meno di cinque anni, rispettivamente il 39,9 e il 32,7 per cento. La maggior parte dei parlamentari, invece, ha al suo attivo due o più mandati: sono 12 i deputati che sono parlamentari da oltre 20 anni, 82 quelli che ci hanno passato dai 15 ai 20 anni, 107 tra i 10 e i 15. Stessa situazione per i senatori: in 13 sono in parlamento da più di 20 anni, in 45 dai 15 ai 20 anni, in 67 da 10 a 15 anni.
Nell’elenco dei recordman di Montecitorioin base ai dati elaborati meritoriamente dall’associazione Openpolisfigura al primo posto Giorgio La Malfa che tra tre giorni compirài 38 anni di permanenza.
Il figlio di Ugo La Malfa, milanese, classe ’39, è professore ordinario di Politica economica nell’Università di Catania, in perenne aspettativa per mandato parlamentare. È deputato sin dalla sesta legislatura, riconfermato quasi ininterrottamente fino a oggi.
È stato ministro del Bilancio nei primi anni Ottanta.
Nel suo percorso una sola defaillance :
quella della dodicesima legislatura - dal 1994 al 1996 - quando non venne rieletto.Dopo di lui c’è il centrista Mario Tassone, parlamentare da oltre 33 anni, con trascorsi nella Dc, nel Ppi, nel Cdu e poi nell’Udc. Dopo di lui figura Francesco Colucci, parlamentare Pdl, l’unico ad essere stato eletto per quattro volte questore di Montecitorio (dal 1992 al 1994 e dal 2001 a oggi). E poi due leader di partito, veri e propri professionisti della politica: il presidente della Camera, Gianfranco Fini e il numero uno dell’Udc, Pier Ferdinando Casini. Entrambi sono quasi a quota 29 anni e nel 2013 varcheranno la soglia dei 30 anni di presenza continuativa nelle assemblee degli eletti. Niente male. Con loro, nel lontano 1983, entrò in Parlamento per la prima volta anche Francesco Rutelli. Il leader dell’Api, però, nella classifica è fermo a 19 anni e 276 giorni, a causa dei due mandati da sindaco di Roma. E poi ancora: Livia Turco e Teresio Delfino, da più di 24. Massimo D’Alema da più di 22 (si vocifera che potrebbe non ripresentarsi e puntare a un incarico da Commissario europeo). Umberto Bossi da più di 20.
A Palazzo Madama la palma del più «longevo» va a Beppe Pisanu con i suoi 38 anni e 29 giorni. Classe 1937, con le sue dieci legislature (come La Malfa), Pisanu è in assoluto il parlamentare di più lungo corso, esclusi i senatori a vita. Il suo ingresso in Parlamento risale a quattro decenni fa. Da allora ha saltato solo il biennio dal ’ 92 al ’94.A seguirlo Altero Matteoli, Filippo Berselli e Carlo Vizzini, sopra i 28 mentre Anna Finocchiaro ha più di 24 anni di militanza.
C’è poichifa un campionato a parte come Giulio Andreotti.
Senatore a vita dal ’91 su nomina di Francesco Cossiga, sette volte presidente del Consiglio, è da 64 anni in Parlamento, in pratica ininterrottamente in carica dall’Assemblea costituente. Una vera icona e un modello di vita per tutti coloro che aspirano a conquistare il posto fisso in Parlamento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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